venerdì 31 luglio 2009

IF bikes, Music and Good Friends

You all know that we get to play with bikes here at IF, and nothing goes better with bikes than good music.
(images courtesy of ifbikes.com).
Capita che Independent Fabrication confezioni ad arte una bicicletta per un amico non proprio comune: Roger Clyne dei Roger Clyne and the Peacemakers
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Così nasce una ti-Planet Cross con una singolare custodia di chitarra fissata sul lato. Rock and roll.
Qui la storia completa dal blog di IF.

giovedì 30 luglio 2009

Crans-Montana Kona Bike Park



Le immagini parlano più di qualsiasi mia parola. Ma permettetemi una blanda premessa. Crans-Montana è una località della svizzera celebre per un turismo elitario, da sempre mecca del golf e terrazzo esclusivo sulle alpi. Andare a Crans-Montana significa vedere un negozio che vende solo caviale e vino dedicato, significare vedere taxi limousine e mille di questi barocchi pavoneggiamenti. Ma torniamo a noi. Discesa. La cittadina della Svizzera francese ha un bike park d'eccezione firmato Kona. Si scende con vista su cime innevate che spaziano dal Cervino al massiccio del Monte Bianco. Il bosco attraversato è di splendido candore. Ora viene il bello. Old school e new school. Due modi di interpretare la discesa che a Crans si fondono in un'unica idea di tracciato: il nero. Il nero di Crans Montana è una perfetta linea di discesa che sa coniugare l'ambiente naturale e l'idea base del singletrack, alla tipica concezione di pista artificiale e costruita. Intendo quindi doppi o curve con paraboliche costruite. Sul piazzale della cabinovia è presente una zona north-shore con drop, bascule e linee sopraelevate. Il tracciato complessivamente è molto impegnativo sia per ostacoli, che per la pendenza media, ma è da considerare un punto di riferimento per idee e qualità. Esagerato?

trial rider. cieco


da urbanvelo.org
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Ibis Mojo all-mountain/freeridish

(image courtesy of pinkbike.com).
Questa è una notizia interessante. Da pinkbike.com apprendo che Ibis sta preparando una versione più discesistica della Mojo. Tipo 160/160, forcella ammessa fino a 180mm.Bella!

mercoledì 29 luglio 2009

Van Nicholas Titanium

(image courtesy of vannicholas.com).
Van Nicholas è un'azienda olandese specializzata in titanio. La cosa degna di nota è il prezzo. La qualità sembra ottima ma non ho ancora un software per toccare i telai via computer, per cui accontentatevi del mio giudizio soggettivo. Per dire del prezzo, un telaio in titanio per uso turistico, come quello della foto, 1199 euro. E' possibile customizzarlo a piacere. Non ho mai visto un Van Nicholas in carne - in tubi -, l'impressione è positiva e per oggi va bene così.

Crisp van Bergem Paris-Brest-Paris ti road


(Images courtesy of crisptitanium.com).
Paris-Brest-Paris. Ovvero la più prestigiosa fra le manifestazioni sulla lunga distanza. E' in ordine di tempo l'ultima avventura che ha visto impegnato l'abile mano di Crisp Titanium.
Il risultato è quello che vedono i vostri occhi.
(alta definizione)
L'estrema e lussuriosa semplicità dei suoi telai, unita ad un pizzico di elegante ricerca. Parafanghini neri lucidissimi (in Bretagna piove e così deve essere), forcella in acciaio con un fantasioso ed estremo rake, e per finire (ciliegina sulla torta) Breezer dropouts . Attendiamo di vederla in azione sulle scogliere del Finisterre...

martedì 28 luglio 2009

Rant

(Image courtesy of jarmstrong 1964@ flickr).
per cortesia potete dire ai vostri amici che orme is the coolest of the cool? che siamo pieni di uno spirito sagace e di norma scriviamo in un italiano senza anacoluti ma con abbastanza alliterazioni? se poi svp potete dire agli amici che dicano agli amici che noi siamo il non plus ultra della decandenza ciclista, that would be fantastic. se fate tutto ciò, non è che ne guadagnate in senso monetario. certo però noi avendo in quel momento gli inserzionisti che ci tormentano per darci soldi, potremmo smettere di fare quello che facciamo e dedicarci alla evangelizzazione ciclistica. dei profeti del fatto a mano, non nel senso onanistico del termine, ma in quello di scoperta del piccolo, del coraggioso, dell'originale, del raro, del sacro ma soprattutto del profano. che è molto più interessante. come vedete, questo pezzo è scritto senza maiuscole. si chiama scrittura per osmosi. cioè lascio che le onde cerebrali bypassino qualsiasi filtro culturale per arrivare non filtrate a chi legge. se non è chiaro a voi, è perchè non è chiaro a me. voglio dire. è come joyce, no? stream of consciousness. un pensiero che come un mantice respira. si gonfia e si sgonfia. si sgonfia. si sgonfia. si...

Sheila Moon

(Image courtesy of sheilamoon.com).
Naked is cool but not always appropriate. Con uno slogan così, come non parlare di Sheila Moon? Da Oakland, di là della baia di San Francisco. Qui Jello Biafra dei Dead Kennedys cantava "it's a holiday in Cambodia, where people dress in black". Era la fine dei settanta e la fine anche della fase iniziale del punk. Non che centri qualcosa con Sheila Moon ma io scrivo in maniera destrutturata, seguendo le sinapsi più che una banale logica consequenziale. Chiaro? (no, immagino). Anyway, se avete una morosa ed è ciclista ed ha un gusto indipendente ed anche senso dell'umorismo. Cioè se esiste una donna del genere, bhe, regaletele una maglietta Sheila Moon. I Germs invece erano da Los Angeles. Poi il cantante è morto di overdose. Cose che capitano.

Enigma Bikes



(Images courtesy of enigmabikes.com).
In un giornale inglese ho visto la pubblicità di Enigma Bikes. Conoscete? Io no. Si definiscono "proud to be British" anche se i telai di serie in titanio li fanno a Taiwan (va a capire). Producono bici in titanio ed acciao. Nel sito c'è una sezione dedicata a chi volesse un mezzo custom. Ci sono una serie di misure tipiche, gusti, tubo orizzontale sloping o no, che tipo di ciclista sei, ti piacciono di più i Fugazi od i Pixies, John Coltrane o Ornette Coleman ma soprattutto vogliono sapere se ti metti le mutande sotto il fondello (nel qual caso, la bici te la scordi). Come ormai è di prassi, la mia tendenza innata allo svacco ha il sopravvento. Digressione terminata, ritorno serio. Dicevo: sono bei telai, linee molto pulite sia nella versione TI che in quella acciaiosa. Uno stile più a togliere che a mettere, come Michelangelo. Mi piacciono parecchio.


Questa nera in acciaio con parafanghi come vi pare? A me ottima. Grazie per essere arrivati fino a qui e che il signore vi abbia in gloria. Amen.

lunedì 27 luglio 2009

Scalata Cima Coppi - Stelvio, 29 agosto.

Come per il Sella Ronda, ma allo Stelvio. Traffico motorizzato escluso dalle otto alle quattro. Mi sembra una fantastica occasione per farsi in bici (senza macchine) una delle salite della leggenda. Come è leggenda che io vada a farla. Au revoir!

Elka suspension

(Image courtesy of Momentus @ forum Knolly/mtbr.com). 
Chiedo venia in anticipo se cito ancora il marchio Knolly (con il cui titolare ho un'amicizia personale) ma sono un assiduo lettore del forum del marchio su mtbr.com. Queste letture di base sono molto salutari perchè permettono di capire in tempo reale a che cosa stanno pensando le persone. Oltre al mozzo Alfine legato all'Hammerschmidt, avevo letto con interesse il post del lettore
Momentus dedicato a Elka, azienda canadese di sospensioni (quad, macchine, moto e da qualche tempo per bici). Secondo Momentus:" The shock is super smooth, it pedals much better, so much more controlled. The overwhelming thing was the "platform" that the shock gives to push against when preloading for jumps. The extra "pop" is fantastic, jumps that I had trouble clearing are a whole lot easier (and more controlled)". In sostanza e riassumendo: molto morbido, pedala molto meglio, molto "controllato". La cosa speciale è però il "pop" - che nel mondo dello sci/snowboard sta ad intendere la capacità dell'attrezzo di restituire l'energia impressa -. In altre parole: prima di un salto, pompi la sospensione e questa non affonda mortalmente, ti aiuta piuttosto ad "ollare" l'ostacolo. Se non sapete che cos'è un ollie, leggete qui. Questo è un giudizio di un lettore, per sua definizione soggettivo ed arbitrario. Ma è interessante parlare di prodotti nuovi partendo da un dato di esperienza concreto. I forum sono nati per questo ed i blog, direi, anche. Conoscenza diffusa, per usare un termine alla moda. E per ora è tutto.

Sentieri peer-2-peer.

(image courtesy of gary colet @ flickr.com).


Se non lo sapete, siamo nell’era del web 2.0. in una parola: interazione. In due parole: conoscenza condivisa. In tre parole: ma sei sicuro? Non tanto in effetti. Ho letto su Wired che il sapere è uno sforzo collettivo. Mi comporto di conseguenza. Questa preludio astrale (astratto) mi è stato suggerito dal seguente pensiero: se voglio cercare online un sentiero, dove lo cerco? Prova pratica: googlare “sentieri, trails" o simili. Risultati sono due: a) siti a pagamento (trails.com); b) un numero imprecisato di siti e forum dove cercare e forse trovare informazioni. La domanda è: esiste un bit torrent dei sentieri? Un sito o un network peer-to-peer dove inserire il proprio contributo nell’interesse pubblico? Un social network per gli amanti del sottobosco? Se esiste, io non lo conosco. Chi sa, parli (per favore). Long live free singletrack (for all).

sabato 25 luglio 2009

Vans

(Image courtesy of vans.com)
per capire se e quando uno sport è di tendenza bisogna guardare cosa fanno le grandi aziende. le quali non sperano di morire presto per essere  poi ricompensate nell'aldilà ma vogliono fare business here and now (calvinisticamente parlando, grazie). se tanto mi dà tanto, la mountain bike sta diventando a-la-page. non al punto da essere vera tendenza globale, ma abbastanza perchè una ditta come la vans cominci a dedicarci un po' di tempo e risorse. negli anni 90 vans aveva già fatto una comparsa, shaun palmer, per dirme uno, le usava e chi meglio di lui poteva in qualche modo rappresentare l'alternatività molto fashionable del marchio? nel sito non esiste ancora una sezione mtb e questo è indicativo del fatto che lo sport ha ancora un leggero retrogusto sfigato e che non è ancora del tutto spendibile nel delicatissimo mondo dell'adolescenza dorata. ma è interessante sapere che un po' ci pensano. se lo fanno loro (gruppo Vanity Fair Corporation, cioè The North Face, Vans, Eastpak etc etc), se lo fa Nike (6.0), bhe, allora qualcosa sta per succedere.

giovedì 23 luglio 2009

futuro interiore

(Image courtesy of rdhfreethought, from the mtbr.com's Knolly forum). 
è il mercato che guida il consumatore o è il consumatore che guida il mercato? ci sono prodotti market-driven e prodotti market-driving. primi sono creati dalla vox (desiderio) populi, i secondi dagli uomini di marketing. il cambio interno secondo voi dove si posiziona? è una domanda fondamentale per l'accrescimento culturale della popolazione tutta ma tant'è. questo è quello che ho pensato mentre leggevo un post curioso nel forum knolly su mtbr.com.  dhfreethought  mi perdonerà se uso una foto della sua bici ma l'accoppiamento mi ha molto colpito. hammerschmidt + mozzo interno shimano alfine. una versione forse più economica e leggera di un rolhoff, con lo stesso risultato. per i meccanicamente inetti come me l'idea di un cambio senza manutenzione è invitante. i vantaggi sono ovvi: zero esposizione agli elementi, si cambia anche da fermo, non bisogna mettere olio ed è anche un argomento di conversazione mentre si è fila per la seggiovia. in più la pulizia estetica è quasi decadente. futuro? in my honest opinion (INMHO), yes. due le ragioni (principali): a) ci sono dei reali vantaggi (ragione meno importante); b) per smuovere il consumatore bisogna proporre qualcosa di nuovo. è il cosidetto progresso, bellezza. e tu non ci puoi fare niente, niente. adesso vado a leggere il nuovo bike mag fresco fresco nella mia cassetta della posta (photo annual, mi perdonerete se scappo). 



Cannondale E.S.T.


Nell'immaginario comune del sognatore nostalgico e feticista della bici da montagna è sicuramente impressa l'immagine della prima E.S.T. di Cannondale.
E.S.T. come Elevated Suspension Technology. Classe 1991. Tubi di alluminio enormi. La splendida e massiccia forcella Pepperoni, spesso accompagnata dal celebre Girvin Flex stem. Ma la grossa novità era sicuramente il fatto che la bici avesse un ammortizzatore posteriore. Più che novità, forse era più reale
per l'epoca parlare di eresia.

Interessante anche la soluzione Force 40 system della casa americana per risolvere il problema al freno posteriore dovuto al movimento del carro ammortizzato. Trovarla non è stato facile, ma apprezzarla molto di più..

(immagine alta definizione)

Iron Horse comperata da Dorel Group. Ma la notizia non è questa.

(Image courtesy of ironhorsebikes.com).

Non è una notizia nuova, per cui perché parlarne? Mah, è per fare una due chiacchere e per dire che è così poco blasè essere globali. Pratico si, profittevole forse, moderno no. Perché moderno no? E' la lotta tra il prodotto che dura e quello con scadenza. Se il consumatore non rimpiazza, cosa si vende? Questa è la logica consumistica, che tutti noi abbracciamo (e non ci vedo niente di male). Ma è quella giusta? E soprattutto, è quella del futuro? La Dorel (Cannondale, Scwhinn, Pacific, Gt…) compera Iron Horse. Usa economie di scala. Poco margine per pezzo, tanti pezzi. Henry Ford diceva: qualsiasi colore va bene, basta sia nero. È la standardizzazione del prodotto, poche variabili e poche varianti. A parte l’alienazione dell’operaio la standardizzazione va contro il desiderio di personalizzazione del prodotto. Il discorso è complesso e non ho alcuna pretesa di fare il sociologo (dei consumi). Quello che voglio dire è che grazie ad internet le nicchie sono ormai astratte dal territorio, per cui una nicchia piccola in italia, può essere enorme a livello mondiale. Ed allora? Ed allora un certo neofrancescanesimo che così sagacemente trendwatching.com aveva dipinto qualche mese fa, può volere indicare un mutamento del gusto globale. Un desiderio di risparmio, nell’accezione ambientale, cioè di risparmio del territorio. Dove voglio andare a parare? Che io immagino piccole aziende con prodotti di qualità, con distribuzione magari diretta via internet, per coniugare alta qualità a prezzi accettabili. Con negozi di bici sempre più fornitori di servizi piuttosto che di beni. Che magari affittano una bici più che venderla. Che la aggiustano più che tenerla in stock. Prodotto di qualità, servizio di qualità, con filiera produttiva il più possibile locale. Cioè fare in loco ma con una visione globale (glocal, cosiddetto). Morale della storia e presumo abbiate capito zero (sorry): le grandi conglomerate hanno un grande problema, che pur essendo grandi, si devono comportare come fossero piccole. Perché più sei in alto, più da lontano vedi il tuo (possibile) consumatore. Il futuro non è nell’immenso ma nell’infinitamente piccolo che è il singolo consumatore. Adesso torno a lavorare.

martedì 21 luglio 2009

Lapierre Spicy 916


Nel 2003 Lapierre sigla un accordo triennale con il dieci volte campione del mondo Nicolas Vouilloz. Si, proprio lui: l'extraterrestre. E questo fù solo l'inizio. Da allora fino ad oggi l'azienda di Digione si è fatta notare sempre di più. Ora se esiste un marchio europeo che si sta differenziando per innovazione e design è proprio Lapierre. Cura dei dettagli, funzionalità estetica e qualità.
Durante l'ultima uscita abbiamo avuto il privilegio di vedere e toccare dal vivo una Spicy 916.
Piattaforma di sospensione OST, 160mm di corsa, carro posteriore in carbonio. Un concentrato di tecnologia e leggerezza che provoca desiderio. Fino a ieri anche voi credevate che una bici molto divertente in discesa fosse irrimediabilmente faticosa in salita?
Falso. Provate una Spicy e capirete. (alta definizione)


Lapierre in Italia è distribuito da Releven


domenica 19 luglio 2009

Porteur bike


(image courtesy of Ateliers d'Embellie).
This is a “Porteur bike”, which mix my passions : leather craft, urban style, fashion and luxury... Entirely handmade with rare, vintage and NOS parts, this bike is unique.
Cosa altro aggiungere? Ateliers d'Embellie ha realizzato questa bicicletta che è un perfetto e delizioso esercizio di stile. Pelle cucita sulle tubazioni. Cura maniacale del dettaglio.
Chapeau!

951


Inutile che lo neghiate. Capiterà anche a voi di avvistare a distanza una 951, e correre incontro al proprietario come se fosse il migliore amico di sempre, per poi ritrovarvi in ginocchio di fronte al telaio ad ammirare le sue liquide saldature...
951. Suona come un prefisso telefonico, ma è il nuovo giocattolone da discesa di casa Intense. Pare che anche Shaun Palmer (esatto, intendo proprio quello Shaun Palmer) di ritorno al mondo della discesa, l'abbia scelta come suo cavallo di battaglia. Nuovo VPP di seconda generazione, ammortizzatore Fox RC-4, 8 e 8.5 pollici di corsa, nuovi forcellini G3 per modificare inclinazione sterzo.
L'abbiamo fotografata, e poi inseguita tutto il giorno lungo le piste...
Fate pure i guardoni anche voi (clicca qui)

Intense Cycles è distribuita in Italia da DSB

giovedì 16 luglio 2009

Bike contrail

(image courtesy of bikecontrail.com).

Un lettore (Pedro, thanks a lot) ci segnala bike contrail. E' un sistema brevettato da un italiano che rilascia gesso nelle ruote. Il risultato è come la striscia fumosa degli aerei, solo sull'asfalto. L'idea di bike contrail è di lasciare un segno nelle strade, segno che può essere inteso (implicitamente) come percorso protetto, una specie di "sentiero urbano". Maggiore il numero di segni, maggiore la visibilità dei ciclisti, maggiore la loro sicurezza. E' una sorta di street reclaiming via polvere di gesso o in altre parole, una delicata manifestazione di protesta contro un mondo macchinocentrico. L'effetto deve essere singolare e l'idea ottima. Questo qui sotto il loro manifesto programmatico.
"Contrail is a tool for developing bicycle communities. As you ride, contrail leaves a faint chalk line behind your bike. The goal is to encourage a new cycle of biking participation by allowing the biking community to leave a unique mark on the road and to reclaim this crucial shared space. The old cycle: More cars on the road → more perceived danger for bikers → fewer bikers on road → even more cars on the road.The new cycle: A few bicyclists ride with contrail a couple times per week → faint lines on the road inspire curiosity and remind bikers where it's safe to ride → new bikers are encouraged to ride and use contrail → contrail lines get brighter as community grows."

mercoledì 15 luglio 2009

Flipper

(image courtesy of flipper.co.za).

Flipper. Ovvero Gary "Flipper" Perkin. Un fotografo professionista. "Mountainbikes, photography & mountainbike photography" campeggia sulla testata del suo blog e credo che non serva aggiungere altro.
Anzi, mi contraddico e aggiungo questo. I suoi scatti sono unici. Sfogliate le gallerie del suo sito e i vostri occhi scopriranno che nelle sue immagini spruzzi di fango prendono vita, il sudore palpita e la nebbia di Fort William vi entrerà nelle ossa. Stupefacenti e scultorei i suoi bianchi e nero (inediti per il settore), e non da meno il suo occhio curioso, che lo porta a documentare oltre ai momenti di gara, anche le espressioni degli atleti ed il lavoro dei meccanici sulle bici.
Dove assaporare a pieno i suoi scatti? Sul suo sito, e su prestigiose riviste del settore come Dirt.


Adventure Cycling

Dopo il giro dei 4 passi, chi non si sente viaggiatore? Andare, vedere, scoprire, soffrire, lettera e testamento. Dicevo? In caso voleste fare la panamericana, potreste cominciare la vostra educazione al viaggio chez Adventure Cycling. La bibbia del viaggiatore, secondo vox populi. Secondo me, anche. Dicono di sé: “Our mission is to inspire people of all ages to travel by bicycle. We help cyclists explore the landscapes and history of America for fitness, fun, and self-discovery.” È un sito americo-centrico per cui geograficamente poco attraente per noi euros. Pare essere però il punto di partenza necessario per capire cosa comporta viaggiare su due ruote (without engine). Ha un forum (routes + gear = very interesting), la sezione companions wanted e se volete si abbonate alla rivista nella vecchia, amata carta. Buona lettura e mandateci le foto.



martedì 14 luglio 2009

extreme tricycling?

words not needed. Travis Pastrana performing an act of extreme (yet funny) stupidness.

De Rosa neo Primato 1992

E' innegabile. Lo zio Pippo è un intenditore. Il suo spirito è bohemien. E' in grado di trasformare la bicicletta in un'espressione di stile. La sua è una spasmodica ricerca del particolare nei meandri del nulla. A nessuno è dato sapere dove reperisca surreali pedivelle cook bros E2, nè a quante biciclette stia lavorando in grande segreto. Quello che invece so bene è che in grado di lasciarmi a bocca aperta ogni qual volta porta in rassegna una sua opera. Questo succoso preambolo per mostrarvi la sua De Rosa neo Primato 1992 che ha rielaborato e verniciato secondo una sua precisa visione.
Forcella Wound up, attacco manubrio Cinelli Grammo, mozzo anteriore Syncros Hardcore, nastro manubrio Velox in cotone. E neanche a dirlo, gli immancabili dello zio: serie sterzo Chris King e sella Brooks Swift. Già... dura ora trovare il pullover in cashmere da abbinare per l'uscita.

(clicca per ingrandire - alta risoluzione)

lunedì 13 luglio 2009

Black Sheep Ti BMX


(image courtesy of blacksheepbikes.com).
dove finisce l'innovazione ed inizia la demenza? a fort collins colorado i funghi (di peyote) crescono bene. Black Sheep che tutti voi conoscete pena la radiazione dall'albo degli appassionati-prodotti-decadenti, ha un penchant per fare le cose a modo suo. dalla grafica minimalistica del loro logo che per qualche verso mi ricorda out of step dei minor threat ad una bici con le ruote da 36". mi sembrano più un collettivo di artisti che un officina salda-telai. sta di fatto che amo il loro design puro-impuro, le forcelle più prossime ad una scultura di tinguely che ad un cugino rigido della rockshox, le mountain moustache bar e soprattutto quel capolavoro di irrazionalità che è la bmx in titanio che vedete qui sopra. questo avevo da dire, per altre informazioni e per comperarvene una, per favore andate qui. au revoir!

Sella Ronda Bike Day - pictures



Sella Ronda Bike Day. Ve l'avavamo promesso e siamo andati. Passo Sella, Gardena, Campolongo e Pordoi senza auto, traffico chiuso e un fiume di incalliti pedalatori sorridenti.
Bici da strada, bici da turismo, mtb, singlespeed, recumbent e mille altre sfaccettature della bicicletta per celebrare un nastro d'asfalto diverso dal solito, che diventa una splendida cornice per una meraviglia alpina unica al mondo.
Qualche immagine per voi.



mercoledì 8 luglio 2009

Il Cicloviaggiatore

Come saprete (o per meglio dire come sanno i quattro amici che ci leggono regolarmente) dopo la prima esperienza di viaggio in bicicletta in Corsica, la motivazione e la voglia di rimettersi in viaggio al più presto è davvero alta. Così come l'attenzione per un mondo per noi nuovo fatto di portapacchi, intere giornate di pedalata e tutto ciò che concerne il bike touring. E' così che siamo incappati grazie alla segnalazione di un lettore qui: www.ilcicloviaggiatore.it
Associazione Italiana il Cicloviaggiatore. Una viva comunità, con statuto, forum di discussione e udite udite... nella sezione viaggi troverete un archivio con innumerevoli esperienze di viaggio, corredate da schede e quant'altro.
Si parla ad oggi di 66257 chilometri e 924 giorni di esperienze di cicloviaggiatori. E
la febbre del viaggio sale ancor di più...

sella ronda bike day, domenica 12 luglio

(image courtesy of sellarondabikeday.com).
domenica estiva senza macchine nel cuore dolomiti offresi. come spiegare con parole mie il non-immaginabile-in-altri-momenti dell'anno-spettacolo di queste montagne SOLO con bici? non si può spiegare, bisogna andare.

martedì 7 luglio 2009

RetroRonde van Vlaanderen


E' innegabile. E forse sta diventando uno degli ultimi tormentoni che coniugano la bicicletta al diffuso trend del recupero di tutto ciò che è nostalgico e vintage. La maglia di lana, una vecchia bici con i tubolari e una strada sterrata. In pochi sanno resistere a questo fascino. Amarcord, abusando del termine felliano. Perchè di questo si tratta. Lo scopo non è solo pedalare, ma ricercare, prendere possesso e mostrare biciclette, acccessori, abbigliamento e perchè no, anche ammiraglie per rievocare il tempo che fu, le imprese epiche e chi più ne ha più ne metta. Un esempio di collezionismo attivo pedalante ed esibizionista, ma anche uno splendido esercizio di stile per rivivere le avventure che ci hanno fatto sognare da bambini sul divano di casa. Se l'Italia dice la sua con la prestigiosa e ormai aprezzata eroica che ipnotizza tantissimi stranieri, ora anche i nord europei non stanno con le mani in mano e mettono in gioco il loro Giro delle Fiandre in "costume storico"... se così si può definire. RetroRonde van Vlaanderen.
Biciclette di almeno 20 anni di età, due diversi percordi, 35 e 65km, pavè ed altro ancora. E lo spettacolo è assicurato. L'ultima edizione è stata corsa domenica 28 giugno. Queste le foto.

(Images courtesy of RetroRonde 09 - Jouw foto's
and Retroronde 09 Parcours - Koen Degroote)