martedì 27 ottobre 2009

Surly Karate Monkey

La bicicletta è un mezzo semplice, che nella sua francescana essenzialità ha anche la magia di essere un attrezzo alla portata economica di tutti. Già, spesso Orme celebra l'eccesso, ciò che è esasperazione di un lusso consumistico legato alla nostra amata a pedali. Ma che ci volete fare, decantando la bellezza della bicicletta sotto ogni suo aspetto spesso la nostra debolezza cade su ciò che brilla e che giustamente è estetica pura. Impossibile riuscire a non decantarla. Ma questa volta vogliamo dimostrarvi che siamo capaci anche del contrario. E che con gusto e attenzione è possibile allestire una bicicletta che può dar filo da torcere anche alle sorelle di rango più nobile. Oggi vi mostriamo una bici unica, affascinante e accessibile a tanti. Portavoce di queste sane intenzioni è questa Surly Karate Monkey. Un marchio diverso, Surly, che presenta idee innovative, in acciaio e a costi popolari. Fatevi un giro sul sito Surly e ammirate questa splendida Karate Monkey SS 29er (HD picture).
Surly in Italia è distribuito da raceware.com
(images courtesy of luca-orlandini.com)

SSCXIS

Continua l'effervescente attività "simil" agonistica degli amici di singlespeed-italy.com. E' tempo di ciclocross, e non ci si accontenta più di aggiudicare solo il titolo di specialità come è ormai di tradizione il giorno della befana al pirotecnico "RockVille". Molto di più. SSCXIS, che varrebbe a dire Singlespeed Ciclocross Italian Series. 4 nuovi appuntamenti, ognuno dei quali nella terra dei gruppi più attivi nel panorama SS. insomma. E' il caso di dire a-correte numerosi.
Per informazioni: singlespeed-italy.com

domenica 25 ottobre 2009

Scavezzon biciclette

Esiste il negozio perfetto? Per chi ha una visione ciclocentrica dell'esistenza il negozio di biciclette poco ha a che fare con le motivazioni oggettive commerciali che diventano solo un futile pretesto. La bottega è un punto di incontro e confronto sul tema della bicicletta. Un po' come accade nel Jazz quando su un tema iniziale ogni musicista si diletta ed improvvisa in base alle proprie visioni. Venerdì orme è entrata nel negozio dei fratelli Scavezzon. Chiunque ami la bicicletta è a conoscenza dell'esistenza di questo celebre punto vendita. Non ricordiamo quante e quali cose riempiono gli scaffali, ma abbiamo ancora davanti agli occhi l'arte di Martino tra selle ricucite, quadri visionari e decorazioni a pennarello; ricordiamo bene i telai ed i componenti vintage mostrati da Andrea con passione sfrenata; ricordiamo l'entusiasmo ed il sorriso di Emilio e la sua officina che trasuda mille avventure. E poi la vecchia scrivania di legno intarsiata all'ingresso, il cane Mina sornione e statuario che osserva incuriosito la nostra visita, la Guv'nor di Pashley in vetrina...
La bicicletta come cultura e non come semplice attrezzo sportivo: questa è stata la sensazione che abbiamo avuto. Tre fratelli e una bottega che contempla la bicicletta nella sua interezza, una visione a tuttotondo del mezzo a pedali che mescola arte, passione e attività sportiva. Martino, Andrea ed Emilio vendono biciclette, ma hanno molto più di questo da offrirvi. Non sappiamo dirvi se esista il negozio perfetto, ma per orme questo è il negozio.
Photogallery
Per informazioni: scavezzon.com

martedì 20 ottobre 2009

Trasmissione a cinghia secondo Paduano

La curiosità è tanta e la disponibilità di Francesco Paduano ancora di più. Ed eccoci accontentati. A seguito del post sulla Caino con cinghia, ed ai commenti sviluppati a riguardo, Paduano racconta per Orme come nasce l'esperienza della trasmissione a cinghia sulle sue biciclette.
Per quanto riguarda le nostre bici con trasmissione a cinghia, fu un colpo di fulmine che mi colpì nel 2008 passando davanti lo stand di Nicolai ad Eurobike (ndr Nicolai distribuisce in Europa le cinghie di trasmissione in carbonio di Gates). Ho pensato subito che le potenzialità di quel progetto fossero enormi. La possibilità di eliminare entrambi i deragliatori e proporre delle bici mutispeed o singlespeed più leggere, più silenziose, meno soggettte ad usura delle parti meccaniche mi entusiasmava. L'assenza del supporto cambio posteriore sul telaio e la mancanza del corpo del cambio posteriore avrebbero garantito alla bici una maggiore resistenza agli urti, molto frequenti nelle uscite off-road. La vera sfida era nel risolvere il principale problema tecnico connesso alla trasmissione a cinghia: trovare il punto più adatto per rendere il nostro telaio apribile e, nel contempo, lasciare inalterata la resistenza della struttura e la sua reattività. La cinghia non è infatti "smagliabile" al pari di una catena e, non potendo per questo aprirsi, impone al telaista di creare il miglior giunto per il carro posteriore. Vidi più di un telaio apribile nel drop out ma pensai subito che quello non fosse il punto più adatto perchè in quell'area insiste un punto di contatto tra mozzo e telaio che esige la massima solidità. Mi ricordai di avere un amico a Roseville, in California, un certo Steve Smilanick, che realizzava dei bellissimi e costosissimi giunti per poter rendere sezionabili le bici seguendo le esigenze di una grande parte di quei ciclisti americani che usano spostarsi in aereo. Mi feci perciò creare un giunto adatto ai nostri posteriori obliqui pensando che, in quel punto, il telaio lavorava per lo più in compressione e che le residue forze di torzione, sarebbero state contrastate al meglio da quel sofisticato sistema a 14 denti con innesto frontale ed una ghiera di sicurezza. Così fu.
Sin dai primi pezzi il telaio ci sorprese perchè non dava percezione di essere diverso dagli altri. Malgrado avessimo l'eccentrico al movimento centrale (EBB), pensammo di inserire un drop out con innesto posteriore per garantire la possibilità di tendere la cinghia dal forcellino e lasciare l'EBB per tutti gli aggiustamenti di angolo e di altezza che servivano a chi avesse voluto guidare quei telai con ruote di diamentro differenziato. I maggiori vincoli di questo nuovo sistema erano legati alla necessità di avere una cinghia sufficientemente rigida da non permettere dilatazioni che compromettessero l'efficienza della bici nello scatto o mettessero in crisi il sistema di trasmissione. Le cinghie di Gates, per questo, erano perfette. Irrobustimmo, infine, la piastra del disco posteriore inserendo un'asola orizzontale di 25mm che seguiva quella del drop out. Il gioco era fatto. Attualmente il prodotto è già molto richiesto dai nostri clienti ed esce sia in versione Singlespeed che con mozzo posteriore Rohloff o Shimano (in questo caso più per una destinazione escursionistica/granfondistica che agonistica pura). Oggi su questa piattaforma stiamo sviluppando dei progetti incredibili per city bikes da vendere ad una clientela... esigente.
Per informazioni: Paduano Racing

lunedì 19 ottobre 2009

Paduano

L'effige della bomba autografata che campeggia sul tubo di sterzo era un simbolo inconfondibile per tutti gli appassionati; impossibile rimanere indenni di fronte alle creazioni che Francesco Paduano presentava curate in ogni piccolo particolare e sempre e comunque innovative. Era la metà degli anni novanta, ed accanto ai pezzi esclusivi a stelle e strisce, sfogliando le riviste il mio occhio esigente e curioso cadeva sempre su quelle Paduano... Una piccola realtà artigianale Umbra che si è distinta fino ad oggi, e che dall'epoca dell'acciaio, passando attraverso l'alluminio, è approdata oggi al materiale più prezioso e nobile: il titanio. E non solo. Orme incontra Francesco Paduano che umilmente vigila sul suo piccolo ma prezioso stand all'Eurobike. Per cadere nella rete e rimanere abbagliati a noi è bastato un attimo. Come è nostro solito, abbiamo poi bersagliato Francesco con mille domande alle quali lui gentilmente ha risposto ed è nata l'intervista che potete trovare qui.
Incredibilmente affascinante la sua Caino 29 SS, titanio e carbonio; trasmissione a cinghia e mozzo posteriore Rohloff con cambio integrato. Eccola in tutto il suo splendore.
Per informazioni: Paduano Racing

venerdì 16 ottobre 2009

Oregon Handmade Bicycle Show

(image courtesy of oregonframebuilders.org)
Chi ci legge regolarmente (c'è qualcuno che lo fa?) sa benissimo quanto lo stato dell'Oregon e più precisamente la zona di Portland sia l'epicentro di un rinascimento neoclassico dell'artigianato legato alla bicicletta. Dima, saldatore, congiunzioni saldobrasate e tutta la voglia di recuperare la passione e l'impatto degli anni in cui la bicicletta non era produzione seriale.
Sarà un'azione romantica, ma la realtà è che nel nord ovest americano da un po' di tempo ci stanno dando dentro.
Vetrina di questo vivace movimento nei prossimi giorni sarà l'evento Oregon Handmade Bicycle Show, che si terrà a Portland dal 31 ottobre al 1 novembre.
State pronti. Ne vedremo delle belle.

martedì 13 ottobre 2009

Velo Cult

(image courtesy of velocult.com)
Oggi vi risparmiamo le solite chiacchere, e ci limitiamo a proiettarvi su velocult.com.
E' un sito che abbiamo scoperto da poco e che ci fa brillare gli occhietti. Velo Cult è un bike shop di San Diego, ma è immeditamente comprensibile come non sia il solito negozio e il solito sito. Il blog è interessante, la fotografia a corredo del sito è degna di lode, e se entrate nello store troverete molte biciclette interessanti...

lunedì 12 ottobre 2009

Titus Fireline 29er ExoGrid

Altro giro altro regalo. Conoscerete sicuramente il marchio Titus e la disarmante quanto elegante semplicità che contraddistingue le sue creazioni. Un disegno essenziale che però contribuisce ad amplificare le sottili soluzioni adottate su queste biciclette; una su tutte la tecnologia ExoGrid che combina le migliori caratteristiche dei materiali compositi con quelle dei metalli tradizionali (acciaio e titanio). Il risultato è la trama che potete ammirare sui tubi di questa Fireline e sulla quale i nostri occhi sono rimasti pressochè inchiodati.
Siamo dei romantici d'altri tempi se vediamo nell'ordito dei tubi che mescolano la fibra composita all'acciaio qualcosa di simile al disegno di un raffinato pullover inglese?
E ci immaginiamo già due guanti traforati in pelle naturale che stringono il manubrio di questa fuoriserie...

Titus in Italia è distribuita da Pro-m.
(image courtesy of luca-orlandini.com)

domenica 11 ottobre 2009

Seven IMX 29er SS

Titanio e Carbonio. Eleganza e carattere. Siamo dei cani ad iniziare parlando di una Seven IMX 29er mostrandovi una foto dell'attacco dei foderi verticali sul tubo sella completamente infangato. Noi d'altro canto possiamo anche ribattere sostenendo che non può esistere immagine più sexy delle sottili ed aristocratiche saldature di titanio Seven macchiate dalla terra rossa dell'altopiano delle Manie...
Bando alle ciance. Ma quando mai capita di vedere dal vivo una cosa del genere?
Apritela a piena risoluzione e gustatevi le sue linee.
Noi è meglio che non aggiungiamo altro.
(images courtesy of luca-orlandini.com)
Seven Cycles è distribuito in Italia da Raceware.

giovedì 8 ottobre 2009

Flow

(image courtesy of Lance/behindmagazine.com)
La lingua inglese ha il primato di riassumere realtà in una sola parola. Flow è una di queste. In ambito gravity si abusa quasi di questo termine per indicare un tipo di tracciato per l'appunto fluido e molto guidato, sul quale sia possibile lasciar correre la bicicletta e armoniosamente raccordare i cambi di direzione con una ritmica musicale. E' quindi facile per noi voraci consumatori di tendenze immagazzinare e sdoganare questo termine limitatamente ad un contesto di classificazione di percorsi da bike park. La forza di questo concetto credo invece sia nettamente più ampia. Flow non è solo bike park e ne tanto meno ovattate scene da video promozionali. E' il momento in cui la nostra mente annulla la pesantezza del corpo, e riesce a fondere l'azione dei nostri muscoli e la bicicletta in una sola entità. La corsa diviene così pura armonia. Corpo e bicicletta sono solo un tramite tra il pensiero e movimento. Tra desiderio e azione. Nessun disequilibrio, nessuna interferenza. Una conduzione esemplare. Non importa se per pochi metri, o per un'intera discesa. Non si tratta di semplice feeling con un attrezzo sportivo. E molto di più.

venerdì 2 ottobre 2009

29 volte 29





(Images courtesy of luca-orlandini.com)
Sissignori, intendo quelle inguardabili e sproporzionate ruotone. Il fenomeno 29er non è più un blando vaneggiamento ma una netta realtà. Già per la presa di coscienza delle masse ci vorrà sicuramente un tempo indefinito, quello che posso dirvi è che per capire le qualità di queste superdotate basta fare quello che abbiamo fatto noi: salirci. In occasione dell'italiano singlespeed orme ha approfittato dell'ampia disponibilità di mezzi per toccare con mano alcune fuoriserie, e caso ha voluto che fossero tutte 29er. Il percorso delle Manie a Finale Ligure oltre ad essere splendido credo sia un anello che presenti caratteristiche perfette per testare una bicicletta ed il suo comportamento. È bastato poco per avere la possibilità di percorrere alcuni giri su un'esclusiva 29er Crisp in titanio, con forcella rigida. Rendersi conto di come la progressione di pedalata sia nettamente superiore ad una 26 pollici è stato immediato. La scoperta ancor più disarmante su uno strappo di salita breve ma con una pendenza più che decisa. Qui la Crisp 29er ha superato le asperità del terreno con più facilità della mia 26 pollici che avevo utilizzato il giro precedente. Ma oltre a questo avevo l'impressione che come sotto un effetto volano le inguardabili ruotone sprigionassero un'energia propria; qualcosa di oscuro e intangibile mi stava aiutando nel raggiungere la sommità di quel pendio. Dopo questa prima sensazione ho affrontato un secondo tratto e anche qui stesso stesso risultato. Ora era chiaro. Nessuna strana forza paranormale mi donava un'ulteriore propulsione... ma erano unicamente loro. In prossimità della discesa, la Crisp si è comportata meglio del previsto, e deludendo le aspettative dei più critici è scesa veloce, assorbendo gli urti nonostante la forcella rigida, e trasmettendo un possente senso di direzionalità. Solo nei cambi di direzione repentini, e nello stretto ho avuto la sensazione che sia più lenta e faticosa rispetto alla canonica 26 pollici, ma comunque non impossibile. Occorre forse guidarla con più grinta, ed inserirla in maniera più decisa per apprezzare le ruote da 29" anche quando si divora dislivello negativo?

Per rendere l'idea può bastare dirvi che una 29 va 29 volte meglio della vostra tradizionale 26?
Crisp Titanium 29er mtb SS - HD image