martedì 14 aprile 2009

Flat pedals



Qualche anno fa Dirt pubblicò un articolo sulla filosofia dei pedali flat. Non tanto sulle loro caratteristiche tecniche, quanto piuttosto su quello che il loro uso comporta. Cosa comporta? Sembrerebbe che usare i flattoni significhi avere un atteggiamento più epicureo (che stoico). Un approccio meno legato alla prestazione tout court. Un leggero svaccamento disciplinato, per così dire. Da tre anni a questa parti in effetti i flat li uso anche io (questi, se può interessare) e devo dire che per molti versi sono stati una vera rivelazione. In discesa soprattutto nel tecnico, a mio avviso, danno una sensazione di sicurezza sconosciuta ai pedali a sgancio. In salita io non sono una scheggia ma con dei bei pin e con scarpe con grip (5.10, of course) la sensazione è di essere quasi incollati al pedale. Dal punto di vista filosofico, ho poi capito cosa intendeva il redattore di quel articolo. E' una sorta di viaggio a ritroso, dove il focus è nella compagnia, nel paesaggio, più che nell'arrivare in cima per primi. E' forse purismo di ritorno od un antidoto agli anni che passano: non ho fatto salti da ragazzino, li faccio allora adesso (a quarant'anni abbondanti). Sia quello che sia, ho regalato le scarpe spd e, giusto per coerenza, il mio viaggio di circa mille km con bici e carrello della scorsa estate (Berlino/Rostock/Copenhagen/Malmoe e ritorno) l'ho fatto con pedali Easton e Vans. Mi sono trovato benissimo e vuoi mettere lo stile.
(immagine da twenty6products.com)

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