venerdì 10 aprile 2009
Traitor cycles
Un nostro lettore da Genova (Roberto, grazie) ci ha segnalato un marchio interessante. La ditta si chiama Traitor, da Ferndale, da Seattle in direzione Canada. Traitor è un tipico esempio di come le cose non sono più come erano solite essere. Ormai non ci sono più le mezze stagioni (nè parcheggi, giusto per dirla tutta), e se esistono dogmi, esistono per essere distrutti e se esistono icone esistono per essere frantumate. Cosa volevo dire secondo voi? Ah, si, volevo dire che è un piacere vedere come molte nuove aziende (underground) nel settore ciclistico si divertano a mescolare eccletticamene le più disparate influenze. La bici rimane una bici. Cioè serve sì a muoversi da un punto A ad un punto B, certo non si può negare che ditte come Traitor trasudino uno spirito del tutto nuovo. Tendo a lasciarmi fuorviare dall'impalcatura filosofica del marchio (cioè vedo più di quello che esiste), detto questo Traitor ha alcuni prodotti senza fronzoli ma dotati di un indubbio appeal. Oltre tutto, hanno un rivenditore a Vancouver, (sulla Broadway, dopo Mec) che ho avuto l'occasione di visitare. Avevano un negozio simil-atelier, con un telaio della Bianchi rifatto in stile post-moderno, che per un momento mi ha fatto quasi sentire orgoglioso di essere italiano. E' stato comunque solo un momento e poi mi è passato. Mi pare di aver detto tutto. Il sole splende, l'erba spunta, buon singletrack a tutti.
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