lunedì 18 maggio 2009

Squamish, part 2

Squamish è a nord di Vancouver. Tipo direzione Whistler. La strada costeggia l'Howe sound, nella Sunshine Coast. E' un luogo di suggestiva bellezza. Le montagne a nord che si affacciano sull'oceano. La strada è in rifacimento. La stanno allargando per le olimpiadi invernali che si terranno il prossimo anno.
Da Vancouver, Squamish è circa ad un'ora di strada. La cittadina potrebbe essere la versione canadese della nostra Riva del Garda. Un paradiso per il mountain biking (qui si tiene una famosa gara dal nome di Test of Metal), il windsurf/kiteboard (grazie a un possente termico che implacabile si alza nel pomeriggio) ed arrampicata (con il Chief, che mi dicono essere una delle pareti più rinomate per lo sport). Ieri il clima era riva-del-gardoso. Caldo, secco e ventilato. I sentieri però hanno zero della gentilezza di quelli italiani. Il gruppo era: io, Noel e Leonard (Len per gli amici). Quest'ultimo di 49 anni, con bici freeride e 5.10 alte. Un manico mica da poco. La moglie di Len ci scarrozza un pezzo, così evitiamo un po' di salita. Poi, un'ora secca a spingere la bici. In cima ci sono dei ripetitori e la vista è wonderful. Chiedo a Len: difficult trail? Nah, easy, really easy. Non è una forma di cagonismo da parte loro. Sono così abituati a questi livelli, che il sentiero che stiamo per fare si colloca alla base in una ipotetica scala di difficoltà. Non c'è bisogno di dire, che per uno standard medio europeo, il sentiero è fortemente (fortemente) carogna. Drop in curva, rock faces, radici, linee verticali. Nel video che ho postato prima si vede qualcosa, ma tutto il vero infame l'ho tagliato. Perchè? Andavo a piedi e non mi volevo sputtanare in mondo visione. Ecco. Noel in qualche punto per non farmi sentire troppo sfigato mi suggerisce che: walking is not a shame. Non mi devo vergognare di camminare. Non mi vergogno ed in qualche punto cammino. Il pomeriggio c'è il secondio giro. Che io salto. Il giorno prima su severed dick ho tirato una discreta cartella e zoppico vistosamente (scusa meschina, lo so). Il primo giro lo faccio con notevole sofferenza. Sia per il cardiopalmo sia per la gamba dolorante. Len e Noel si fanno portare in cima ad una collinotta (vado anche io a vedere), si fanno quindi due discese. La prima delle due viene descritta come extremely severe. Steep and tricky. In sostanza, la gamba dolorante cade a fagiolo ed evito di fare una discesa con bici in mano. Il mio ego ne avrebbe risentito. Per descrivere meglio il posto: Len ha un figlio che sta diventando quasi un semi pro mountain biker. In effetti, nella foto si vede cosa hanno costruito di fronte a casa.
Dal cancello si vedono passare persone con bici da freeride. Facciamo due passi a piedi ed in mezzo al bosco troviamo un percorso tipo bmx, un dirt track. Una sorta di slopestyle autocostruito. Ci sono tre ragazzini e facciamo due chiacchere con loro. Ormai è sera.
Barbecue (vegetariano per me, thank you) con anche i genitori di Len. Che mi racontano queste fantastiche storie nord americane. Tipo: nato a Winnipeg, Manitoba, poi spostato a Victoria, Isola di Vancouver, British Columbia, poi un migliaio di km di più a est, poi etc etc. La serata finisce e torniamo a Vancouver. Borsa del ghiaccio e speriamo che la botta passi. O forse no.

3 commenti:

  1. Uhh interessante la loro concezione di "trail difficile"....
    Qua c'è fame di altre foto :)

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  2. "walking is not a shame".. quando torni ti faccio la maglietta con questa frase!!!

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  3. Gliela faccio io! ... e una per me!

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