non mi è chiaro del tutto ma sembra che questa arestic sia una ditta giapponese. ne ho trovato da qualche parte una pubblicità che dice japanese engineered da cui deduco che sia giapp. detto questo il sito dice zero ed in effetti i prodotti saranno tutti disponibili dall'autunno prossimo. perchè parlarne allora? mi hanno incuriosito i pedali flat in plastica, trasparente ed in diversi colori. non so se terranno botta ai massacri di un bike park o di una discesa tosta, comunque sia sono piuttosto originali e per darne notizia mi sembra ragione sufficiente.
domenica 31 maggio 2009
Arestic
non mi è chiaro del tutto ma sembra che questa arestic sia una ditta giapponese. ne ho trovato da qualche parte una pubblicità che dice japanese engineered da cui deduco che sia giapp. detto questo il sito dice zero ed in effetti i prodotti saranno tutti disponibili dall'autunno prossimo. perchè parlarne allora? mi hanno incuriosito i pedali flat in plastica, trasparente ed in diversi colori. non so se terranno botta ai massacri di un bike park o di una discesa tosta, comunque sia sono piuttosto originali e per darne notizia mi sembra ragione sufficiente.
Castellano Zorro
(Images courtesy of castellanodesigns.com)
31 maggio e nella migliore delle ipotesi saranno 12 gradi fuori. ed allora? niente, dicevo così. in attesa di avere la forza psicologica per sfidare il freddo pre-invernale di oggi, che ne dite se parliamo un po' di castellano design? silenzio assenso (o assenzio?) per cui continuo. Chi di voi si ricorda le URT? Unified rear triangle, quelle full suspension dove il carro posteriore era un tutt'uno con il movimento centrale. in other words: con le full normali, la parte anteriore rimane ferma, si muove quella posteriore. con le urt invece, come dice mr. castellano himself: "the zorro's patented long-travel suspension responds to the terrain, not pedaling input". cioè il carro essendo solidale con i pedali non risente delle forze generate dal ciclista. è come pedalare una rigida, la catena non viene sollecitata dalla trasmissione e di conseguenza ha un comportamento neutro. questo sistema ebbe un certo seguito nei mica tanto fantastici anni 90. la trek Y per esempio era una urt, così come la ben più esotica ibis szazbo, o sempre della ibis la bow ti, non plus ultra di sboronaggine esotica e per molti ancora bici dei sogni. sta di fatto che il sistema è morto e sepolto a parte che per l'inventore stesso. john castellano da quanto posso capire è un post-hippie nord californiano con una predisposizione "to make things different" (oltre che una laurea in ingegneria meccanica al mit). non so chi siano i suoi clienti perchè mai in vita mia ho visto una castellano, comunque sia questa piccola ditta ha evidentemente una sua nicchia e due modelli, tipo: una pivotless dal sexy nome di fango (così, in italiano)
venerdì 29 maggio 2009
biketrailershop.com
moda moda moda
Ricordate il post nel quale si parlava dell'improvvisa fighezza urbana della fixie? Cioè di come essere un fixie-ato ti faccia d'un colpo diventare una persona a-la-page. E' stupendo dal punto di vista socio-culturale vedere come le idee vengano monetizzate. Non c'è niente di male ed è giusto così ma almeno cerchiamo di essere consci che "we are money". Au revoir.
The decline of western civilization
fatta con il sudore della fronte e probabilmente ascoltando i Minor Threat in qualche suburbia di Boston, ecco, questa bici è bellissima. Senso del gusto, dettagli, parafanghi battuti, singlespeed, combinazione cromatica, tetto apribile e vetri elettrici. Quello che mi domando è: mi piace perché bella o mi piace perché non è italiana? Se la domanda sembra stupida è perché lo è. Ma seguitemi se potete. Se vado su fyxomatosis e trovo telai italiani degli anni settanta e cambio campagnolo, che per inciso ha presentato il pacco pignoni ad undici velocità, anche quelli mi sembrano belli. Ma??? Secondo voi, gli Stati Uniti sono diventati quello che l’Italia era un tempo? Da un libro che ho letto qualche giorno fa (Talento da svendere di Irene Tinagli, ricercatrice italiana alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh) sembra che l’Italia abbia perso il suo potere di creare. La leggendaria fantasia italiana dov’è? Dove sono le piccole start-up che con coraggio e determinazione portano sul mercato il sogno di pochi magari destinato a diventare il prodotto di molti? Siamo in declino? C’è speranza? Mi devo trasferire a san Francisco? (non credo, al limite a Vancouver). Sono un po’ preoccupato di questa latitanza creativa e non so valutare se: a) dipende da mio preconcetto: b) esiste e preoccupa. Voi cosa ne pensate? Conoscete piccole aziende che innovano? Se si, la mail la sapete ed aspettiamo vostre notizie. Buon fine settimana.
giovedì 28 maggio 2009
Lupine lighting systems
(Image courtesy of lupine.de)
Lupine, conoscete? Ditta tedesca che risponde allo stereotipo di eccellenza nella costruzione e qualità. Se questa fosse una macchina sarebbe una Bentley, se fosse una bici una Indipendent in titanio, se fosse un sistema di illuminazione sarebbe Lupine. Chiaro? The proof is in the pudding, si dice qui in provincia di Treviso. Non proprio ma quello che voglio dire è questo: voi non avete mai visto niente di così illuminante in vita vostra (e neanche nella mia). Prova pratica la scorsa settimana: di notte in un bosco di fronte a casa (non mia, ero a Vancouver). Pensavo stesse arrivando una moto ma era Lupine. No, davvero. La qualità costruttiva è dell’altro mondo, la potenza “chiarificatrice” anche, il prezzo idem. Pare che qualche negozio in Alto Adige le venda, capisco sia un prodotto per pochi visto il prezzo Gucci-esco. Dalla mia prova sul campo e per quello che io posso dire, il sistema di illuminazione più avanzato sul mercato.
Sedona helmet cam video (da bikemag.com)
mercoledì 27 maggio 2009
commuting gets Crisp
E' l'idea di commuter secondo Crisp Titanium. E' la visione che ha fulminato molti (orme compreso) alla recente fiera europea degli artigiani del pedale. Utlizza lo standard 69er. Ruota da 29 anteriore, ruota 26 posteriore. Splendida la forcella in titanio. E' l'esordio di Darren sulla trasmissione a cinghia; quella utilizzata è una Gates/Carbon Drive abbinata ad un mozzo posteriore Shimano Alfine con cambio interno a 8 velocità. Sempre Alfine il mozzo anteriore con dinamo integrata per coordinare uno o più fari. Singolari gli ampi ma cortissimi parafanghi in carbonio.
Commuting never looked so good.
Hammerschmidt
charlie cunningham
(images courtesy of cunninghambikes.com)
Mountain Goat
(Images courtesy of firstflightbikes.com)
martedì 26 maggio 2009
Come frenare una fixie (o tentare di)
Anthill films
Anthill Films Demo Reel from Anthill Films on Vimeo.
lunedì 25 maggio 2009
Ryan Leech
Seal Line urban backpack
venerdì 22 maggio 2009
vancouver descritta per voi
giovedì 21 maggio 2009
Freeman trasport
Come coniugare alta classe, semplicità e bicicletta? Facile. Freeman Trasport.
E' un marchio americano che produce due modelli di bici, capellini, abbigliamento, accessori e borse da viaggio. E' una realtà giovane nata nel 2006 da un artista e designer, Nathaniel Freeman, e dal suo compagno di viaggi in bici Benjamin Ferencz.
Gravel Racer è la loro bici commuter, realizzata in onore del bis-nonno che all'epoca della rivoluzione industriale contribuì alla realizzazione della Colt 45. Ferrosa e ruginosa con cera protettiva tipica dei revolver del tempo.
Fissa o contropedale, il telaio è facilmente smontabile per i viaggi aerei o per qualsiasi vera esigenza di viaggio. E una volta smontata è inseribile in una prestigiosa sacca di tela. Ci piace Freeman Transport.
mercoledì 20 maggio 2009
Intense M6
Mi è davvero piaciuta questa azzurrona. Ma le mie sono solo considerazioni empiriche di un creativo.
Meglio dunque lasciarvi alle immagini di questa M6.
Per informazioni:
Intense Cycles
DSB - distributore italiano Intense Cycles
martedì 19 maggio 2009
Wicked Fat Chance
Fat chance cycles nasce nel 1982, e scrive alcune delle pagine più prestigiose degli albori della bicicletta da montagna.
A tal proposito potete curiosare questo video su Fat Chance cycles.
Ora potete capire perchè avere tra le mani un esemplare di "Wicked Fat Chance", nuovo e mai utilizzato, possa causare alla mia debole personalità uno shock seguito da una convulsa sessione fotografica.
Guardate ed esternate. Fa bene allo spirito.
lunedì 18 maggio 2009
sono scarso io o sono davvero difficili i sentieri canadesi?
nella vita tutto è relativo. è solo questione di punti di vista. se chiedi ad uno di qui se ladies only è un sentiero tosto, la risposta sarà no. se lo chiedi a me, la risposta sarà si. per cui? deduco che a) non sono bravo come loro; b) abbiamo standard diversi; c) l'italia è in declino. per dire: pensi che il sentiero 601 sul lago di garda sia difficile? è NIENTE confronto a questi. la qual cosa ci porta alla logica domanda: come sono i sentieri qui, a Vancouver? giusto per dare un colpo d'occhio generale, ci sono tre montagne in città: cypress, fromme e seymour. cypress è famoso per il terreno naurale. pochi stunt, in compenso tutto è semi-verticale e scivoloso. dubito che su cypress ci sia qualcosa alla mia portata. voglio dire, ne sono sicuro. fromme e seymour hanno qua e là qualche sentiero più umano. ma hanno anche dei mostri orrendi tipo un sentiero dal nome gmc. questo ha stunt suicidi e non per scherzo. morale? non so. quello che posso dire che le persone qui ci pensano un pezzo prima di dire: ah si, adesso mi viene in mente un sentiero che puoi fare anche tu. tutti gli altri ve li racccomando. bisogna anche dire che una volta che hai familiarità con la morte, queste piccole tracce infernali, dovrebbero sembrare più umane. dico così, non che lo sappia. io le ho fatte un po' di volte ed a me fanno venire in mente sempre la medesima domanda: perchè sono qui? la risposta non è chiara ma penso che abbia a che fare con ipotetiche compensazioni di altre mancanze. dico io, eh. ci sono una vagonata di altre montagne, da sfu, a vedder al famoso woodlot ma se per caso vi capita di passare di qui e volete avere la assoluta certezza di spaventarvi, una qualsiasi opzione nella north shore farà al caso vostro. statemi bene.
Squamish, part 2
Da Vancouver, Squamish è circa ad un'ora di strada. La cittadina potrebbe essere la versione canadese della nostra Riva del Garda. Un paradiso per il mountain biking (qui si tiene una famosa gara dal nome di Test of Metal), il windsurf/kiteboard (grazie a un possente termico che implacabile si alza nel pomeriggio) ed arrampicata (con il Chief, che mi dicono essere una delle pareti più rinomate per lo sport). Ieri il clima era riva-del-gardoso. Caldo, secco e ventilato. I sentieri però hanno zero della gentilezza di quelli italiani. Il gruppo era: io, Noel e Leonard (Len per gli amici). Quest'ultimo di 49 anni, con bici freeride e 5.10 alte. Un manico mica da poco. La moglie di Len ci scarrozza un pezzo, così evitiamo un po' di salita. Poi, un'ora secca a spingere la bici. In cima ci sono dei ripetitori e la vista è wonderful. Chiedo a Len: difficult trail? Nah, easy, really easy. Non è una forma di cagonismo da parte loro. Sono così abituati a questi livelli, che il sentiero che stiamo per fare si colloca alla base in una ipotetica scala di difficoltà. Non c'è bisogno di dire, che per uno standard medio europeo, il sentiero è fortemente (fortemente) carogna. Drop in curva, rock faces, radici, linee verticali. Nel video che ho postato prima si vede qualcosa, ma tutto il vero infame l'ho tagliato. Perchè? Andavo a piedi e non mi volevo sputtanare in mondo visione. Ecco. Noel in qualche punto per non farmi sentire troppo sfigato mi suggerisce che: walking is not a shame. Non mi devo vergognare di camminare. Non mi vergogno ed in qualche punto cammino. Il pomeriggio c'è il secondio giro. Che io salto. Il giorno prima su severed dick ho tirato una discreta cartella e zoppico vistosamente (scusa meschina, lo so). Il primo giro lo faccio con notevole sofferenza. Sia per il cardiopalmo sia per la gamba dolorante. Len e Noel si fanno portare in cima ad una collinotta (vado anche io a vedere), si fanno quindi due discese. La prima delle due viene descritta come extremely severe. Steep and tricky. In sostanza, la gamba dolorante cade a fagiolo ed evito di fare una discesa con bici in mano. Il mio ego ne avrebbe risentito. Per descrivere meglio il posto: Len ha un figlio che sta diventando quasi un semi pro mountain biker. In effetti, nella foto si vede cosa hanno costruito di fronte a casa.
Dal cancello si vedono passare persone con bici da freeride. Facciamo due passi a piedi ed in mezzo al bosco troviamo un percorso tipo bmx, un dirt track. Una sorta di slopestyle autocostruito. Ci sono tre ragazzini e facciamo due chiacchere con loro. Ormai è sera.
Barbecue (vegetariano per me, thank you) con anche i genitori di Len. Che mi racontano queste fantastiche storie nord americane. Tipo: nato a Winnipeg, Manitoba, poi spostato a Victoria, Isola di Vancouver, British Columbia, poi un migliaio di km di più a est, poi etc etc. La serata finisce e torniamo a Vancouver. Borsa del ghiaccio e speriamo che la botta passi. O forse no.
Squamish, British Columbia, 17 maggio 2009
squamish, may the 17th 2009 from marcello libralato on Vimeo.
Dopo vi dico. adesso mi devo mettere l'arnica e tenere la borsa del ghiaccio nella gamba. ecco, si. a dopo.
domenica 17 maggio 2009
Trip to Canada
au revoir and talk to you soon.
martedì 12 maggio 2009
EHBE
EHBE, ovvero European Handmade Bicycle Expo.
Con qualche anno di ritardo rispetto al prestigioso NAHBS americano, anche i costruttori europei hanno voluto mettere in piazza le loro creazioni. La prima edizione si è appena conclusa. Stessa filosofia, stesse regole: biciclette artigianali, esercizi di stile a pedali e qualsiasi altra curiosità che possa servire a celebrare la bicicletta con più attenzione alla passione, alla cura del dettaglio e alla creatività piuttosto che al mercato. Evviva.
Crisp Titanium
Amaro
Julie Racing Design
Dailybread
Grazie alle foto degli amici di biciclista, possiamo mostrare anche a voi tutte le prelibratezze provenienti dalla fiera.
EHBE DAY 1
EHBE DAY 2
EHBE DAY 3
lunedì 11 maggio 2009
Tour de Corse
Col de Vergio. 1457 s.l.m. Roger indossa una leggera camicia a manica corta degna di un vero lord inglese. La mia attenzione cade sui suoi piedi che, inguainati in sandali di cuoio e calzini grigi di cotone, continuano a zampettare instancabilmente.
E' visibilmente felice di averci incontrato e di fare con noi due chiacchere.
"Don't you believe that it's come the time to buy a new bike?" - gli domanda Paolo divertito dalle innumerevoli riparazioni che Roger ha operato da autodidatta sulla sua bicicletta. Filo di ferro, cinghietti e nastro adesivo sono i collanti di una bicicletta che trasuda mille avventure.
"I can't it!! I'm too friend of her. I've travelled all around europe since 1977...!!! She is my best friend." - risponde a tono Roger.
Vorticosi pensieri soffiano come il vento nella mia testa. Da qualche giorno sto assaporando il piacere di essere un viaggiatore a pedali. Tutto è rallentato. Il ritmo della bicicletta impone ai miei sensi una più attenta e preziosa osservazione. La mia pedalata ora è amalgamata con il riflesso del sole, con il volo degli uccelli e con l'infrangersi delle onde. Nessuna tabella di marcia. Il tempo è scandito dalla luce solare. Le giornate sono trascorse in sella per placare la famelica ricerca di nuovi orizzonti. E' la nostra prima esperienza. 6 giorni in corsica. 6 giorni di pedalata. Magari anche noi domani diventeremo veri viaggiatori a pedali come Roger.
Tour de Corse. Photogallery