lunedì 31 maggio 2010

Intervallo #2


(foto alta risoluzione)
da sinistra a destra, partendo dall'alto:

01. Fi'zi:k Nisene Cow. ...quando si consuma e perde il pelo entra nel mito.
02. Nastro per manubrio da corsa.
03. Portaborraccia Ringlè. Un caposaldo del collezionismo per la mountain bike.
04. Tutto Mountain Bike - Gennaio/Febbraio 1993. Le illustrazioni della rivista di questo periodo sono degne di lode.
05. Leve stradali Dia Compe Gran Compe. Gran turismo e gran classe.
06. Pignone. Perché esiste miglior fermacarte?
07. VW beettle.
08. Cravattina della cresima. no comment
09. Birra Artigianale di Castagne. Buona.
10. Sram ESP 9.0 SL "woody". Gran bel pezzo.
11. Tioga Psycho. E rigorosamente giallo. John Tomac dettava tendenza anche sui pneumatici.
12. Brian di Nazaret, dei Monty Python (1979)
13. Klunkerz, di William Savage (2006)

venerdì 28 maggio 2010

Cannicciaie

Finalmente una giornata di ottimo freeride dopo il lungo inverno. Spot Cannicciaie, Prato.

lunedì 24 maggio 2010

se non si può piegare la realtà ai propri desideri, almeno la bici.

ci sono diverse ragioni per avere una bici pieghevole: a) attira l'attenzione ed offre argomenti di discussione per cui in ultima analisi aiuta il nostro ego; b) entra agevolmente nel bagaglio della nostra Porsche Carrera 4S Targa di colore giallo; c) offre la comodità di suddividere il "commute" per/da lavoro tra mezzo pubblico ed autopropulsione. esempio: punto di partenza treviso, punto di arrivo marghera (ve). istruzioni: sveglia ore 6, veloce colazione con biscotti dietetici di colore marrone chiaro intonati al bicchiere beige pallido con il quale si beve una spremuta di leeches. seguono minuti di difficili decisioni: la bici gialla deve essere combinata con adeguato corredo cromatico. posso per tanto usare calzino nero (si) e maglietta dei mclusky blu (shitrock scritto nel retro) allo stesso tempo? no. blu e nero non si può. per cui? nell'anta B4 dell'armadio esista altra versione della t-shirt dell'ormai defunto gruppo post rock con il messaggio: fuck this band. la maglietta è nera, la bici gialla, le scarpe giallo blu. ok? NO. siamo da capo. per fortuna esiste un'applicazione nell'android market (i-tunes? per piacere) che ti permette di ottenere la corretta combinazione cromatica. lancio il programma, tramite gps localizza i capi che hanno un chip RFID (radio frequency identification device). vabbè. svolto il compito più arduo della giornata (questo) è tempo di prendere la gavetta con riso ai 6 cereali, aromatizzato da curry originale del sud dell'india, mettere tutto nella sacca totally waterproof seal line hand made in seattle e prendere per la stazione (km 1). qui con falsa nonchalance si segue una precisissima routine che consiste nel piegare nel minor tempo possibile il mezzo. mi raccomando: ostentare distacco e naturalezza. E' NORMALE piegare la bici e metterla sottobraccio. si sale in treno, canticchiando. musica accettabile: sonic youth, pixies, i mclussky di cui sopra, the fall, minor threat e fugazi e tutte le produzioni dischord. ornette coleman john coltrane e herbie hancock ma anche la classica perchè classics never go out of style. per entrare nella parte aiuta avere guardo sperso ed una copia di wired (in inglese! per carità di dio! in inglese!) oppure anche mother jones. se proprio si vuole strafare the economist legato alle vans ed a pantaloni corti dickies può essere il giusto corredo. il tragitto è di circa 25 minuti. si scende e si ripete la routine di partenza. per cui: "dispiegare" la bici avendo cura di non avere momenti di impasse. fare molte prove a casa. vestendosi a tutto punto come se si fosse in stazione. una volta che si puo piegare e dispiegare la bici in una stazione affollata qualsiasi cosa è possibile nella vita (no, davvero). segue seconda parte trasferimento. è preferibile scegliere giornate temperate ed assolate piuttosto che piovose e gelide. arrivati al lavoro, cambiare indumenti che per altro saranno stati selezionati secondo la stessa rigorosa logica degli altri. fast forward alla sera. dopo aver salutato i colleghi ed aver loro fatto notare quando understated siamo (cioè siamo ultra a la page ma non lo facciamo, ehm, notare), riprendiamo il mezzo e ci dirigiamo verso polenta. niente treno, solo pedale. in questo esatto momento abbiamo una grande epifania: oltre il colore, pur fondamentale, ci sono altre variabili da considerare. se il tragitto è lungo 30 km come in questo caso, è meglio che la bici abbia una posizione distesa ed un florilegio di rapporti cosi che il tragitto sia percorribile entro il giorno stesso. per entrare nel dettaglio: la bici è una dahon, modello non ne ho idea, vedi foto. manubrio semi corsaiolo, cambio interno al mozzo unito a pignoni tradizionali. questo per avere una scelta ampia di rapporti (almeno uno può dire che ha molti rapporti senza dire il falso). la bici è leggera, neanche dieci chili, robusta , veloce e molto molto agile. considerando l'impeto che ti (mi) viene ascoltando i pontiak, il rischio sta nell'abbassamento della soglia di attenzione. è come una bici da corsa o per meglio dire è una piccola bici da corsa. ha uno scatto felino e dei gatti ha anche la capacità di muoversi con leggerezza nelle tre dimensioni dello spazio. è una vera arma letale nel traffico. sia in senso positivo che in quello negativo. bisogna infatti fare attenzione alle buche ed alla presenza di ghiaino per terra. la bici è così maneggevole che ti viene da buttarla di qua e di la con il rischio che sia lei poi a decidere la direzione. non vuole essere una critica, solo un suggerimento. i rapporti multipli (sempre del cambio) permettono andature sostenute. non vedo differenze significative tra le mie due sling shot e la mia dahon, fatta eccezione per i colori e per la propensione ancora maggiore di queste ultime a creare stupore (in questo, sono insuperabili). nonostante i molti snodi, la bici non flette e può essere sprintata (va bè), cosa che faccio con soprendente regolarità nel cavalcavia sopra la stazione di treviso. dove gareggio sempre con extracomunitari con mountainbike di 4 taglie inferiori al loro metro e novanta di muscoli. loro sono inconsapevoli della gara ed in effetti vinco sempre io. tempo di percorrenza marghera/tv, tra l'ora e dieci e l'ora e venti. che si traduce in una media sostenuta ed in un notevole esercizio fisico. morale? non ne ho idea, volevo solo dirvi che ho una bici nuova.
a presto!

Intense M6 custom

Non è una versione limitata della factory californiana. Non è nemmeno l'edizione da corsa di un team. E' semplicemente la passione che spinge un appassionato a personalizzare all'estremo e nei minimi dettagli la propria bicicletta per realizzare quello che è davvero un pezzo unico. Bike Tuning?
Intense M6 custom (foto alta definizione)

Cimone Gravity Open

Domenica 6 giugno, Cimone Bikepark, evento di apertura della stagione 2010.
Bikepass gratuito per tutti i bikers!! Potrete godervi i percorsi di Sestola con la seggiovia di Pian del Falco e lo Shuttle per il Passo del Lupo aperti con orario continuato dalle 9.00 fino alle 17.30.
A Pian del Falco all’arrivo della seggiovia ci sarà musica con DJs che si alterneranno sin dalla mattina. Alle 12.00 Pasta Breaked alle 17.00 bunny hop Contest.
L'evento.
more info: cimonebikepark.com

giovedì 20 maggio 2010

Ciglio

Ciglio strada. Un labile confine tra civiltà e natura, da un lato la frenesia ed dall'altro il frinire dei grilli tra i fili d'erba. Una sottile linea da percorrere come fosse un binario, un percorso sospeso tra finzione e realtà, tra la scelta di continuare a correre o fermarsi ad annusare qualcosa di intangibile...
rider Zio Pippo, Los Lobos / Foto Stefano "Liutaio" Gualandri

Bespoke. The Handbuilt Bicycle

(image courtesy of coolhunting.com)
Bespoke. The Handbuilt Bicycle
May 13 - August 15, 2010.
La rinascita neoclassica della bici artigianale celebrata in un'esposizione al Museum of Arts and Design di New York.
More info: madmuseum.org
via coolhunting.com

La macchina perfetta

"L'ultima fatica non meccanica degli Orchi". E' così che Orco Cicli etichetta la loro ultima avventura.
Questa volta nessun telaio, ma un libro che che si muove tra storie, teoria e pratica della bicicletta. Chi meglio di un vero appassionato può raccontare la bicicletta?
Giò Pozzo, Adriano Maccarana
La macchina perfetta
Il Saggiatore Edizioni
www.saggiatore.it
www.orcocicli.com

giovedì 13 maggio 2010

Intervallo#1

Intervallo. Libera divagazione visiva sullo stile e sull'aspetto di alcuni oggetti che la casualità o il pensiero (ciclocentrico, che altro pensate...) ha fatto incontrare sotto l'effige di un comune denominatore. Certo che non abbiate capito, perchè sono il primo io a non aver presente cosa possa significare ciò, vi lascio all'immagine di questo primo intervallo. (foto alta definizione)

da sinistra a destra, partendo dall'alto:
01. Embrocation - cycling journal. Se non l'avete mai sfogliato procuratevene uno. La strada e il ciclocross trattati in modo etereo, monumentale e con una qualità a dir poco eccelsa.
02. Knog - Ride Hard Gloves. Pensatevate che con due guanti così si potesse guidare solo una Aston Martin decapottabile? Errore.
03. Attrezzo fatto in casa da Ivo per raddrizzare i dischi che non sono più diritti. Della serie: "quel gran genio del mio amico con un cacciavite in mano fa miracoli".
04. Adidas Slopestyle Saalbach - media pass
05. Santa Cruz Bicycle builders guild - Con tanto di firma fatta a mano da chi ha impugnato il saldatore per dare forma al mio V10. Chapeau.
06. Sock guy, modello Java. Nulla da fare. La perdizione di un biker di vede dal calzino.
07. Biciclista Los Lobos Burberi jersey man. Understatement brittannico fatto bicicletta.
08. Roam - Mountain Bike Film from The collective. Il miglior film degli ultimi anni.
09. Adrenalin Magazine. Un giornale per quel che ne so attualmente estinto, ma che viaggiava ad un livello superiore. Surf, Skate, Snow, tutto quello che insomma era una tavola ma con una concezione di base del racconto sportivo che non aveva precedenti. Cult.
10. Superenduro. Numero personale di gara. A mio parere la vera essenza dell'agonismo off-road.
11. vecchio kit di toppe da camera d'aria + pin Hammerschmidt e Cinelli Bootleg.
12. Biciclista SSCX08 cap.

mercoledì 12 maggio 2010

Gary Fisher RS1

Ciocco. Mondiali MTB 1991. Un ragazzino di quattordici anni (allora con capacità fotografiche davvero critiche..) dopo le competizioni si aggira tra gli stand della zona espositiva. Già per l'epoca una full-suspended era qualcosa che andava oltre l'esoterico, Gary Fisher con la sua RS1 aveva toccato un livello di avanguardia davvero notevole. Lo schema di sospensione era frutto della mano di Mert Lawwill, un'enorme freno a disco Pro-Stop montato su un mozzo campagnolo realizzato ad hoc. E poi a fianco dell'esemplare utilizzato in gara per l'occasione, una versione prototipo che presentava un triangolo principale non in alluminio ma in carbonio. Una curiosità inedita che oggi è più che mai attualità, visto che diversi produttori anche nel segmento full-supended stanno abbandonando l'alluminio per approdare alle nuove frontiere del carbonio. Un destino, o se preferite un orientamento quindi già scritto 19 anni fa?
Gary Fisher RS1
Gary Fisher Alembic (versione carbonio, realizzati solo 7 prototipi e mai prodotta)

martedì 11 maggio 2010

Speedwagen Road Machine


(image courtesy of speedbloggen.com)
Parlare delle "creature" di Shasha White è ormai inflazionato, la lista d'attesa per entrarne in possesso si allunga sempre di più... ma non si può restare indifferenti di fronte a queste... "Outrageous Display of Beauty"
Altre foto e info sul nuovo Speedwagen Blog

giovedì 6 maggio 2010

I can't explain

Tredozio, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
colonna sonora consigliata: I Can't Explain, The Who, 1965

martedì 4 maggio 2010

Bike Festival

Non occorre ad ogni costo sgomitare fotografando l'anteprima commerciale del momento. Non è il solo modo per vivere il festival, o forse non è solo il nostro modo. Passeggiare al Bike Festival di Riva del Garda significa per un giorno essere parte del popolo della bicicletta, perchè il festival è e continua a essere una tappa obbligata che scandisce la storia di questa nostra pedivella. E' così che l'attrezzo sportivo passa in secondo piano mentre ciò che amiamo di più osservare sono i volti di questo popolo, i sorrisi, la loro energia, gli zoccoli pelosi, le magliette colorate, le stranezze che ci riempiono di entusiasmo e che ci fanno di nuovo pensare che il bello della bicicletta non sta nel mezzo, ma nella buona energia che lo pervade e nell'amicizia che condividiamo praticando questo sport.

lunedì 3 maggio 2010

Lapierre DH-920

Curva di progressione, schema di sospensione, impressioni di guida... Tutto giusto e autorevole. Accade però che il suo aspetto riesca ad abbagliarci a tal punto che tutto il resto passa in secondo piano. Siamo dei passionali.
Raramente la funzionalità di una bicicletta sposa un così splendido esercizio di forma.
Lapierre DH-920 - 2009
(foto alta risoluzione)
photogallery
more info: cycles-lapierre.fr