domenica 28 giugno 2009
bike-in cinema
Pashley
Howies
(Images courtesy of howies.co.uk).
Knog
White Industries urban platform pedal
diciamo che siete tutti yo-yo-super-cool living in the city. siete dei commuter post-moderni, con maglietta freshjive, un paio di vans alva inizio anni ottanta, dei dickies portati con scioltezza ed ascoltate i buzzcocks che cantano boredom boredom (solo una volta, due era per far capire). che pedali potete avere? spero che abbiate coscienza che non esiste altra scelta all'infuori dei white industries urban platform pedal. sintesi di urbanità ed efficienza, linea essenziale più a togliere che a mettere, come la musica dei fugazi. mi pare di aver detto a sufficienza, adesso per favore andate a prendere altre informazioni qui. grazie.
Blind Pilot
sabato 20 giugno 2009
Swobo
martedì 16 giugno 2009
Extra-wheel
Street reclaiming
(ri)leggevo un libretto anarco-insurrezionale dal nome "bici batte auto. creativi e guerrier urbani su due ruote". del libro condivido lo spirito per certi versi radical-chic. ovvero, facciamo i sofisti perchè abbiamo tutto. cioè vogliamo la bici mica perchè non possiamo avere la macchina. ma siccome possiamo avere la macchina, allora scegliamo la bici. è il libero arbitrio che (si dice) un essere superiore avrebbe dato all'uomo. detto questo, a me questi libretti piacciono. perchè mi sembra che ci possa essere un futuro diverso dalle range rover sport che trovo tutti i giorni per strada. niente di personale ma io vorrei che la strada fosse anche un po' mia. a questo riguardo, esiste un movimento di quelli americani che a noi vecchia società bizantina non verrebbero in mente. street reclamining si chiama. l'idea è questa: possiamo riprenderci le strade. se sappiamo come farlo. è un processo psicologico quello che ci porta a pensare: non gioco in strada, ci sono le macchine. con questo la strada perde il significato di punto di ritrovo e socializzazione e diventa un corridoio aslfaltato tra due punti. la colpa è nostra. sembra essere infatti provato che più il pedone/ciclista (cioè noi) si ritrae verso i bordi, più il guidatore (sempre noi) si sente in diritto di andare più forte. e se devo dire, è vero. se cominci a mettere una signora che fa i capelli ad un'altra, due ragazzini con lo skate, 10 commuter che vanno al lavoro e 4 cani che scorazzano, per la grande legge che dice: se ammazzo qualcuno mi rovino la vita, il guidatore giocoforza modera la velocità ed aumenta l'attenzione. in buona sostanza ed anche perchè sono le nove, riprendersi la strada, this is the problem. non è bici contro macchina. le persone siamo sempre noi. è piuttosto sapere come e cosa fare contro apatia ed inerzia. se le cose stanno così, non è detto che lo debbano sempre essere. reclaim your street.
mercoledì 10 giugno 2009
Brandon Semenuk con Chromag
Mentre scrivevo il post precedente, mi è arrivata la newsletter di Chromag. La notizia è che Chromag svilupperà una "jump specific saddle" con Brandon Semenuk. Per chi non sapesse, Semenuk ha vinto l'ultimo Rampage, come potete vedere qui sotto.
Chainsaw massacre - 10 anni fa
(Image courtesy of nsmb.com)
Renovo hardwood bikes
(Images courtesy of renovobikes.com)
martedì 9 giugno 2009
Civia bikes
lunedì 8 giugno 2009
Copenhagen Cycle Chic
Se qualcuno ancora non l'ha mai visitato clicchi immediatamente. Copenhagen Cycle Chic.
Nasce nel 2007 quando Mikael Colville-Andersen, attore,regista e fotografo, attraverso il suo occhio curioso e indiscreto racconta la quotidiana cultura ciclistica della capitale ciclistica europea per eccellenza: Copenahgen.
Il blog cresce infinitamente, e diventa in breve tempo la voce più autorevole (e originale) della Copenahgen urbana in bicicletta.
Buona visione.
domenica 7 giugno 2009
manubrio?
Per poi terminare con un vero omaggio all'esoterico: Love Handles di Groovy Cycleworks. Già, un manubrio il cui nome è un chiaro omaggio alle tanto amate maniglie dell'amore. Non perdetevi le versioni decorate.
Se proprio volete andare oltre, date un'occhiata anche alla piega Scorcher di Black Sheep Bikes.
Bene, ora in preda ad una crisi di identità il vostro manubrio vi sembrerà più anomimo del solito...
sabato 6 giugno 2009
Open source + Worldbike.org + mass innovation
Siamo in un'era post-industriale, dell'instant manufacturing, del cambiamento dei sistemi produttivi, da giganti integrati verticalmente - come le aziende di automobili - a piccole aziende indipendenti che si specializzano in pezzi o parti o software o bottoni o microchip. Questo dice l'ultimo numero di Wired in una serie di articoli denominati "the new new economy". All'interno di questo macrocosmo vorrei aggiungere anche l'aspetto della condivisione. Ho letto un libro che si intitola we-think, in quarta di copertina sintetizza così il suo messaggio: you are what you share. Non sei quello che hai, ma sei quello che condividi. Più rendi partecipi gli altri, più tu ne trai giovamento. Sia da un punto di vista personale - diventando una sorta di primus inter pares - sia da un punto di vista (potenzialmente) lavorativo. Esempio: la condivisione aperta si chiama open source, no? Linux? Presente? Un gruppo di persone scollegate fisicamente ma unite dalla rete lavora verso un obiettivo comune. Pensate che razza di potenza di calcolo. Milioni di cervelli che si sforzano di risolvere un problema. Problema 0 - cervelli 1. E' una sfida impari e la comunità vince. Bene, questo sistema "socialista" come lo chiama sempre Wired, perchè collaborativo e paritetico e basato solamente sulle capacità, può essere applicato a tutti i campi. Nella bici? Anche. Digitare su google open source bicycle riporta questo: Risultati 1 - 10 su circa 1.620.000 per open source bicycles. (0,16 secondi). Il primo della lista è legato ad un sito che si chiama worldbike.org. Qui il discorso diventa interessante. Questa organizzazione no profit si dedica a portare mobilità ciclistica in aree disagiate. In altre parole: cerca di far andare i bici i poveri. La bici nei paesi del terzo mondo non ha lo stesso valore che per noi ha una Vanilla. La bici serve per lavorare. Ergo, worldbike.org si propone, in sostanza, di cambiare il mondo "one bicycle at the time". Chi trasporta il pane in centro/sud Africa lo deve fare con mezzi inadeguati e pericolosi. Worldbike.org propone telai solidi e basici, pensati per il trasporto, per cui robusti e dotati di "baule", capaci di resistere a sollecitazioni prolungate nel tempo. L'aspetto interessante oltre a quello umanitario è che questa organizzazione non essendo spinta da necessità di profitto, cerca di trovare il disegno migliore tra chi lo può e vuole offrire (regalare). Capito? Et voilà! Open-source! Se domani mattina mi svegliassi ed avessi in mente un disegno rivoluzionario e di basso costo, non faccio altro che disegnarlo ed inviarlo a worldbike e se considerato interessante, questo può venir messo in produzione. In sostanza: oltre all'aspetto edonistico e di distacco temporaneo dalla realtà, la bici ha anche una funzione di emancipazione sociale. Una sorta di Grameen bank tramite le due ruote. La più grande innovazione del nostro secolo, che è quella che avete sotto i vostri occhi, permette di condividere pensieri e di regalare una parte del nostro tempo per una grande causa comune. E' una cosa stupenda ed è il segno che c'è speranza per un futuro migliore.
venerdì 5 giugno 2009
Singletrack
Esiste un tratto di singletrack in questo giro che corrisponde a quello che penso possa essere il sentiero dei sogni immaginato da qualsiasi biker... Un tratto di singletrack capace di inghiottire voi e i vostri pensieri.
Ora non voglio farvi perdere, non sono in grado di passarvi una traccia gps (noi di orme ci attrezzeremo presto), ma vi lascio alcune indicazioni sommarie. Procuratevi una carta, fatevi inghiottire da questa meraviglia e fateci sapere.
Fanano (provincia di Modena) quota 640m, strada per Fellicarolo, quindi direzione Taburri, sentiero 445 per passo del Colombino quota 1515m, sentiero 425 che scende passando per Madonna de Ponte fino a Fanano concludendo il giro.
giovedì 4 giugno 2009
Xfusion Shocks. Destinato alla fama?
Insomma sembra che Xfusion stia entrando a far parte del club delle grandi. Il sito non dice niente - under construction - sta di fatto che stanno spingendo a manetta. Banner su nsmb.com, atleti, pubblicità sui giornali, feste ad Hollywood e Vittorio Veneto. Per quanto ne possa sapere, sarebbe la prima ditta asiatica di sospensioni ad entrare di prepotenza nel mercato. E' asiatica, vero? Tutti costruiscono a Taiwan o Cina ma nessuna ditta taiwenese o cinese era mai stata protagonista nel mondo della sospensione. Come ci insegna Milton Friedman ("free to choose"), più competizione migliore è il mercato. Evoluzione darwiniana applicata alle forcelle? Potrebbe essere e comunque sia rimaniamo in attesa del prodotto. Come questo in foto (se volete leggere il test in inglese su nsmb.com, andate qui).
Bike polo. Really?
Bike Polo from Alberto Rodriguez on Vimeo.
L'altro giorno una ragazza che lavora con me, mi dice: ehi! (sarebbe il mio nome), oggi sono venute delle persone e mi hanno chiesto dell'attrezzatura per fare bike polo. Bike polo l'ho dedotto io, la sua era una descrizione confusa ed incredula di uno sport fatto con le bici, una mazza ed una palla. La fonte riferisce che più che lord sembravano degli emuli dei Bad Brains. Venivano da Padova. La domanda allora è: ci sono o ci fanno? E' uno sport? E'una moda? E' un problema? In effetti no, solo ero curioso. Sembra che oltre ad aver abbandonato l'Iphone per il sistema Android, lo schermo da 13 pollici per un netbook, la Volcom per la Ambiguous, la carne per il kamut, anche essere bike-polisti ti fa assurgere ad un gradino superiore nella scala sociale/gerarchica della fighezza. Sapevate? Se no, adesso siete informati. In alto i nostri cuori.