



Cimoncino, Appennino Modenese. 28 novembre 2009Foto.
(images courtesy of Matteo Renkyaz, Marco Anatas e Tarantola)

"It was created to go where other bikes may flounder."





Che il rosa sia il colore delle mattonelline del bagno della bambine altro non è che un preconcetto. Il rosa, nella sua tinta più convinta, è piuttosto il tono del desiderio e dell'attrazione. E' attraverso la sua provocante vanità che i nostri occhi vengono rapiti dalla sue vibrazioni. Questa visionaria metafora cromatica per introdurvi sulle linee di questa nuovissima Ellsworth Evolve. 29er con corsa alla ruota di 102.5mm. Telaio, carro ed ammortizzatore Kg. 2,730. Bici completa 11,880 kg.
Il fatto che Wassago chiami questa bicicletta con il più illustre "nonsense" scritto in lingua inglese ci fa impazzire. Come wikipedia insegna Jabberwocky è il titolo di un poemetto nonsense scritto da Lewis Carroll (yes, l'autore di Alice nel paese delle Meraviglie) e pubblicato nel 1871 in "Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò".




Ruvida e spregiudicata. Fredda e grigia. Come il cielo gelido che incombeva sul nostro improvvisato set fotografico. Abbiamo già parlato della Intense Uzzi VP è di come sia la soluzione per chi non accetta alcun compromesso. Una bici da discesa che si usa anche in salita; mai definizione fu più stupida e perspicace al tempo stesso. In questa versione works le saldature diventano intarsi barocchi che ne scandiscono i volumi e la sperimentazione. Una bici per niente patinata, che rimanda al tornio e ad un paio di mani callose al saldatore. Percorrete con i vostri occhi queste cicatrici decorative e godete a pieno della loro plasticità. Questa immagine è oggi come il paginone centrale della vostra rivista preferita. Da staccare e appendere in garage.

(images courtesy of Cycles Alex Singer)

Il pneumatico. Per prima cosa permetteteci di chiamarlo più amichevolmente gomma. E' l'anello di congiuzione tra le nostre entusiastiche idee di conduzione e l'ambiente nel quale corriamo. La gomma è il vero punto di contatto, come una puntina di un giradischi che genera la musica, o come la penna di uno scrittore che tramuta le idee in parole su di un foglio. Un ruolo di prestigio. E' grazie a lei che la nostra traiettoria si tramuta in traccia sul terreno, regalandoci per un attimo l'impressione di essere invincibili. Se si tratta poi di freeride pedalato ecco che la gomma ha un arduo compito: deve essere scorrevole per salire in vetta, deve essere robusta per sopportare ogni abuso, e requisito fondamentale deve assecondare il divertimento lungo la discesa senza alcun compromesso. Tra rider e gomma nasce quindi un rapporto di reciproco rispetto e di stretta confidenza. Nella continua ricerca della miglior soluzione ci è stata data la possibilità di testare alcune coppie di Geax Dhea 2.3 TNT. Il montaggio è stato su cerchio tubeless con liquido lattice PITSTOP TNT. La gomma di chiara ispirazione gravity si è dimostrata perfetta anche per le disclipline minori pedalate. La tassellatura minacciosa, e i fianchi rinforzati trovano pane per i loro denti quando si scende, e soprattutto la tenuta in curva è degna di una lamina da sci. Imbarazzante ritrovarsi a tirare le curve come se foste perennemente su una pista da DH. Le Dhea hanno concretamente portato oltre i nostri limiti, regalandoci maggior controllo e sicurezza. La reazione alla frenata è ottima e sbalorditiva. Ma la cosa disarmante è che con queste caratteristiche la gomma mantiene un'ottima scorrevolezza grazie ai tasselli centrali con rampa. L'abbiamo pedalata su dislivelli che in giornata superavano i 1500 metri di salita. Insomma ci tenevamo a dirvi che il dibattito gomma per noi è chiuso, e ora siamo molto più in pace con noi stessi. Per noi diventerà un'abitudine, a voi la consigliamo.
Controcorrente. E contro ogni regola. Diverso e dannatamente bello. Un assolo di stile. 1994, White Industries presenta un progetto pensato per essere il deragliatore posteriore definitivo per mountain bike . Nasce così LMDS, ovvero Linear Motion Derailleur System. Elogio della lavorazione CNC, azionato da un doppio cavo. Espressione di eleganza progettuale ed estetica. Puro desiderio esoterico. Non merita essere dimenticato.

Una surreale pianta carnivora che spalanca le sue fauci per proclamare ai quattro venti la sua forza. Una visione fantasiosa che è solo l'apertura di un catalogo insolito, che sicuramente non passerà inosservato.

E' una delle cose meravigliose della bicicletta, lasciarsi andare senza pedalare, assaporando la velocità e concentrandosi su altro che non sia il mulinare le gambe.
Può Orme rimproverare i suoi lettori?

Contaminazione, passione e sperimentazione. Queste tre parole sintetizzano in modo perfetto la sfida che gli amici della Stazione delle Biciclette hanno intrapreso. Creare un prototipo di 29er. Tra follia e mille scelte ragionate. Non possiamo che lodarli e mostrarvi il progetto attraverso le loro parole. Adoriamo la gente che ama sporcarsi le mani.