(Images courtesy of mapcyles.com).
Direi che a questo punto si può parlare di una "scuola di Portland". Le bici oregoniane hanno un look minimalistico dove quello che rimane è quello che serve. Ci fosse qualcosa in più, sarebbe superfluo. Ci fosse qualcosa di meno, probabilmente mancherebbe un pezzo della bici. Non so dire se sia Vanilla il padre putativo della scuola (o Richard Sachs dall'altra parte del continente), sta di fatto che esiste un filo conduttore ed un denominatore comune che unisce questi artigiani. Se dovessi mettere dei tag, userei parole come: purezza, essenzialità, stile, ricerca, creatività, tradizione, innovazione. Le ultime due sono antitetiche ma di fatto i prodotti di Portland sono una versione ultra up-to-date di stili classici. Rivisitazioni fortemente creative di mezzii "semplici" e proprio per questo senza tempo. E' un approccio senza fronzoli ma con molto entusiasmo e con un occhio per i dettagli che ha pochi paragoni in qualsiasi altro segmento del mondo della bici. Nel caso di Map cycles, è evidente l'influenza Vanilla, comunque queste bici hanno forme e tocchi estetici mai banali e mai leziosi.
Come il cavo del disco anteriore che corre all'interno della forcella o come le ruote da 27,5 usate per una bici da città (e questo mi sembra veramente originale). Sono prodotti custom, non esiste il fatto in serie. Ti metti in contatto con Mitch Pryor, titolare e concordi con lui dimensioni, colori, caratteristiche. Il risultato finale è unico ed ultra personalizzato.
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