martedì 20 ottobre 2009

Trasmissione a cinghia secondo Paduano

La curiosità è tanta e la disponibilità di Francesco Paduano ancora di più. Ed eccoci accontentati. A seguito del post sulla Caino con cinghia, ed ai commenti sviluppati a riguardo, Paduano racconta per Orme come nasce l'esperienza della trasmissione a cinghia sulle sue biciclette.
Per quanto riguarda le nostre bici con trasmissione a cinghia, fu un colpo di fulmine che mi colpì nel 2008 passando davanti lo stand di Nicolai ad Eurobike (ndr Nicolai distribuisce in Europa le cinghie di trasmissione in carbonio di Gates). Ho pensato subito che le potenzialità di quel progetto fossero enormi. La possibilità di eliminare entrambi i deragliatori e proporre delle bici mutispeed o singlespeed più leggere, più silenziose, meno soggettte ad usura delle parti meccaniche mi entusiasmava. L'assenza del supporto cambio posteriore sul telaio e la mancanza del corpo del cambio posteriore avrebbero garantito alla bici una maggiore resistenza agli urti, molto frequenti nelle uscite off-road. La vera sfida era nel risolvere il principale problema tecnico connesso alla trasmissione a cinghia: trovare il punto più adatto per rendere il nostro telaio apribile e, nel contempo, lasciare inalterata la resistenza della struttura e la sua reattività. La cinghia non è infatti "smagliabile" al pari di una catena e, non potendo per questo aprirsi, impone al telaista di creare il miglior giunto per il carro posteriore. Vidi più di un telaio apribile nel drop out ma pensai subito che quello non fosse il punto più adatto perchè in quell'area insiste un punto di contatto tra mozzo e telaio che esige la massima solidità. Mi ricordai di avere un amico a Roseville, in California, un certo Steve Smilanick, che realizzava dei bellissimi e costosissimi giunti per poter rendere sezionabili le bici seguendo le esigenze di una grande parte di quei ciclisti americani che usano spostarsi in aereo. Mi feci perciò creare un giunto adatto ai nostri posteriori obliqui pensando che, in quel punto, il telaio lavorava per lo più in compressione e che le residue forze di torzione, sarebbero state contrastate al meglio da quel sofisticato sistema a 14 denti con innesto frontale ed una ghiera di sicurezza. Così fu.
Sin dai primi pezzi il telaio ci sorprese perchè non dava percezione di essere diverso dagli altri. Malgrado avessimo l'eccentrico al movimento centrale (EBB), pensammo di inserire un drop out con innesto posteriore per garantire la possibilità di tendere la cinghia dal forcellino e lasciare l'EBB per tutti gli aggiustamenti di angolo e di altezza che servivano a chi avesse voluto guidare quei telai con ruote di diamentro differenziato. I maggiori vincoli di questo nuovo sistema erano legati alla necessità di avere una cinghia sufficientemente rigida da non permettere dilatazioni che compromettessero l'efficienza della bici nello scatto o mettessero in crisi il sistema di trasmissione. Le cinghie di Gates, per questo, erano perfette. Irrobustimmo, infine, la piastra del disco posteriore inserendo un'asola orizzontale di 25mm che seguiva quella del drop out. Il gioco era fatto. Attualmente il prodotto è già molto richiesto dai nostri clienti ed esce sia in versione Singlespeed che con mozzo posteriore Rohloff o Shimano (in questo caso più per una destinazione escursionistica/granfondistica che agonistica pura). Oggi su questa piattaforma stiamo sviluppando dei progetti incredibili per city bikes da vendere ad una clientela... esigente.
Per informazioni: Paduano Racing

5 commenti:

  1. ottimo approfondimento che chiarisce tutti i possibili dubbi sulla realizzazione.
    Adesso vorrei una ss così...sig!!

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  2. Marrano di un Tarantola, notizie di prima mano

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  3. ma cosa puo costare un gioiello cosi??? Solo telaio intendo.

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  4. S+S in titanio costano un patrimonio! Fagli pagare Francesco!!! :) Complimenti! darren

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  5. bellina!!

    anche se qua un paio di miei amici hanno avuto alcuni problemi con Paduano, ho sempre ammirato la capacità di questo marchio di essere un passo avanti rispetto alla maggioranza degli artigiani e non solo italiani.
    questo è un grandissimo pregio!!

    cmq il "SS coupler" sul seatstay negli usa si era già visto, così a memoria mi ricordo patrick cycles.

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