(image courtesy of Lance/behindmagazine.com)
La lingua inglese ha il primato di riassumere realtà in una sola parola. Flow è una di queste. In ambito gravity si abusa quasi di questo termine per indicare un tipo di tracciato per l'appunto fluido e molto guidato, sul quale sia possibile lasciar correre la bicicletta e armoniosamente raccordare i cambi di direzione con una ritmica musicale. E' quindi facile per noi voraci consumatori di tendenze immagazzinare e sdoganare questo termine limitatamente ad un contesto di classificazione di percorsi da bike park. La forza di questo concetto credo invece sia nettamente più ampia. Flow non è solo bike park e ne tanto meno ovattate scene da video promozionali. E' il momento in cui la nostra mente annulla la pesantezza del corpo, e riesce a fondere l'azione dei nostri muscoli e la bicicletta in una sola entità. La corsa diviene così pura armonia. Corpo e bicicletta sono solo un tramite tra il pensiero e movimento. Tra desiderio e azione. Nessun disequilibrio, nessuna interferenza. Una conduzione esemplare. Non importa se per pochi metri, o per un'intera discesa. Non si tratta di semplice feeling con un attrezzo sportivo. E molto di più.