domenica 6 giugno 2010

Messner Mountain Museum. Monte Rite, 6 giugno 2010


la leggenda. inaspettata sopresa della cima.

la cima. questa sopresa non era inaspettata ma è sempre sorpresa.

avrei dovuto capire dal furgone con la scritta "press". e da un inusuale via vai per essere i primi giorni di giugno. la giornata è bella, non posso prendere tutta la giornata (devo andare alla fenice nel pomeriggio). parto la mattina presto, treviso/longarone/val zoldana/passo cibiana. lascio la macchina dove il sentiero termina. mi cambio, monto la bici e parto. prima vera pedalata della stagione. dopo sei mesi di sci e quasi 50 uscite sono passato in modalità estiva. sono da solo. la salita è blanda. corona media. incrocio escursionisti che saluto facendo attenzione a non disturbarli. non che vada tanto più forte di loro. il dislivello è di circa 800 metri. passano senza quasi sentirli. la strada è stata costruita dai militari italiani durante la prima guerra mondiale, non tira mai troppo e sale con larghi tornanti che permettono di vedere verso tutti i punti cardinali. passano gli shuttle che portano al museo. messner mountain museum. costruito in cima a questa montagna, nello spartiacque tra la val zoldana ed il cadore. se è bello dalla cima vedi venezia e l'austria (non vienna ok ma comunque le montagne austriache e la pianura). è un posto fenomenale. anche una frequenza eccessiva degli shuttle non disturba la mia salita. dopo la galleria, prima dell'ultimo tornante, una giovane - per via delle dimensioni - vipera tenta di passare la strada ma impaurita torna indietro. la guardo che fa marcia indietro. tira fuori la lingua ma non mi sembra aggressiva. anzi mi verrebbe voglia di chiederle come va. di dirle di stare attenta alle macchine. siamo poco sotto i due mila ma c'è traffico. sono da solo, ascolto musica. i fall ed una vecchia canzone dei rem (con patti smith? mi pare di si). sono quasi arrivato. non alzo la testa. guardo il movimento centrale. cerco di capire da dove viene un cigolio fastidioso. credo che sia quello che ha fatto indietreggiare la vipera. ho la sguardo fisso sulla bici e non noto l'assembramento di persone. ci sono dei carabinieri. un gruppo di persone ascolta qualcuno che parla. non ci faccio caso. faccio per proseguire. mi fermo. appoggio la bici. mi avvicino. guardo. SOPRESA. si chiama messner mountain museum, chi posso trovare? lui, esatto. definito da outside uno dei 50 sportivi più importanti di tutti i tempi e di sicuro il giù grande alpinista di sempre, è lì, che racconta come sono nate le dolomiti (la zolla tettonica africana che spinge su quella europea e costringe parte della terra ad alzarsi). racconta di come è nata l'idea del museo. di come le dolomiti siano le montagne più belle del mondo. se lo dice lui, io ci credo. e di come di tutti i messner mountain museum, questo sia il più bello. anche a questo, io ci credo. incredibile: dice che le mountain bike sono una fortuna per la montagna, perchè i mountain biker affollano gli alberghi, riempiono i ristoranti. portano ricchezza senza portare distruzione. dice, addirittura, che ammira i mountain biker. sono l'unico arrivato in bici. ripete una due tre volte che le dolomiti sono un paradiso e che come tali devono essere preservate. che non significa trasformarle in un museo. anzi. significa tenerle vive. dare modo alle persone di montagna di vivere dove sono nati. senza che questo significhi distruggere i posti. enfatizza come la bici possa essere uno strumento di sviluppo. e se lo dice lui, io ci credo. che sorpresa. era un giro mattutino che volevo fare. in uno di quei posti dove torni perchè ti danno sicurezza. sai già della loro bellezza. ed è come se ti sentissi a casa fuori di casa. conosci il sentiero. ne ricordi le curve. ne apprezzi la fluidità. ne ricordi i panorami. anche perchè il sentiero che scende verso nord ed aggira ad ovest la montagna per poi scendere verso il versante zoldano, è un piccolo riassunto di perchè andiamo in bici. non è mai troppo ripido. è zigzagante come un grande serpente. prendi velocità ma non troppo. gli alberi sono alti. l'erba verde. chiazze di neve. il pelmo ad ovest. a nord le tofane, a sud il civetta. e l'antelao, la croda da lago, le alpi austriache e quelle slovene. e la valle del cadore con alla fine cortina. ed il fondo è di terra. e ci sono tornanti dove rallenti. li prendi larghi. quasi ti fermi. pinzi i dischi. e ti muovi in armonia con la bici e con la natura. e passata la curva riprendi abbrivio e lasci andare la bici. e dimentichi tutto. il cancello per gli yak. ed il mito che hai appena visto. ed i problemi della vita. e tutto scorre. morbido. facile. intenso. esilarante. e sai perchè vai in bici. e prendi le curve con garbo. e non pensi a niente. ed il sentiero finisce. la bici cigolava ed avevi pensieri. hai visto la vipera. e ti sembrava un giorno un po' malinconico. poi incontri un superuomo che ti ricorda che sei nel posto più bello del mondo. e ti guardi attorno. ed è caldo. accendi la musica. finisci l'acqua. riparti verso casa. passi vicino ai tabià di legno. e capisci che è tutta questione di prospettiva. quando pieghi la bici in curva la prospettiva cambia. ed è tutto un altro mondo.
(amen, fratelli, la messa è finita. andate in pace).

knolly endoporphin, acrilico su tela. museo delle dolomiti. 6 giugno 2010

comincia la discesa. finisce la neve. inizia il delirio.dei.sensi.ciclistici.amen.


servono parole?

3 commenti:

  1. E' bello sapere che uno sportivo del rango di Messner nel celebrare la montagna al suo museo contempli nelle sue parole anche la bicicletta.

    p.s. il pezzo (che tra l'altro adoro) dei REM assieme a Patti Smith è "e-bow letter".

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  2. occhio a Messner! molte volte ha emesso del gran fumo.....

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  3. NEL SENSO CHE, VOGLIO DIRE.... è un grandissimo alpinista (e su questo non ci piove, ovviamente) e le iniziative dei MMM (messnre Mountain Museum) sono ottime, però occhio a porlo come un santone, ricordate ad esempio che è un verde che pubblicizza fucili da caccia, o che è stato il primo a mercificare la montagna od ancora che è capace di parlare di silenzio in un bosco in montagna salendoci con un rumororosissimo fuoristrada ecc. ecc. a me sta simpatico anche per queste sue incongruenze, però non lo guardo come un guru che poi ho scoperto che tutti i guru, TUTTI, sotto sotto......
    ciaUZ

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