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martedì 22 settembre 2009

SSIT09

Amiamo gli eventi singlespeed. Forse vi sarete anche stancati di leggerne le gesta. E penserete che sia solo un modo per fare gli alternativi. Che una spina di birra sul percorso sia fuori luogo. Che tutta questa voglia di andare contro corrente sia eccessiva. Che chissà cosa centra una 29er dei giorni nostri e una Breezer Lightning. E che il cambio in fondo sia comodo.
Io credo invece che il singlespeed in Italia abbia fatto incontrare di nuovo i più grandi appassionati di bicicletta, quelli che probabilmente questo santo attrezzo a pedali lo amano in ogni sua forma e composizione. Credo che per questo sia speciale. Credo che sia interessante perchè queste persone stanno inconsapevolmente plasmando la disciplina, gli stanno dando una forma e un orientamento solo ed esclusivamente in base alle loro fantasie e alla loro passione. Credo che la voglia di sperimentazione e di divertimento qui sia più alta che in qualsiasi altro segmento della bicicletta fuoristrada. E credo che sarebbe davvero bello che questo piccolo mondo rimanesse così fresco ed indenne da standardizzazioni e da grandi numeri... Chiedo troppo?
Un omaggio fotografico dell'ultima edizione del titolo italiano di disciplina svolto sull'altopiano delle Manie a Finale Ligure.
Fotografie di Luca-orlandini.com

mercoledì 2 settembre 2009

SS Italian championship, 19/20 sett, Finale Ligure

19 e 20 settembre all'insegna del deboscio monopignonico. Tempo dovrebbe essere bello, ambiente ameno, compagnia non c'è bisogno che vi dica. Negli stessi giorni avrà luogo anche il campionato italiano di Pixie Cross, termine che ancora non era incluso nel mio personale vocabolario. Trattasi di: "Seconda edizione del campionato italiano Pixie Cross con bici da 16’’. Sul Toboga illuminato inizia la corsa al massacro tutti contro tutti, scorrettezze comprese……. E vinca il migliore!!!!!". Mi sembra interessante.

martedì 21 aprile 2009

Swobo e la bici, una storia moderna (??)

(Image courtesy of swobo.com)
Tutti conoscete Swobo, giusto? La quintessenza del pensiero laterale ciclistico. Toni di leggero svaccamento edonistico come se andare in bici non dovesse essere necessariamente tragedia, disperazione e morte (altrui). Capito come. Una versione due-ruotizzata della contro cultura di san Francisco. Presumo che il fondatore Tim Parr ascoltasse più i Dead Kennedys che gli Eagles, per dire. Per dire cosa? Per dire che poi l'azienda è morta ma il terzo giorno è risorta. E dalla tipica t-shirt counter-culture-style e dal cotone organico e dalla lana merino e dagli short e da tutte le cose stile Mike Ferrentino insomma Swobo è passata a fare quello ma anche telai. Semplici e sempre su toni di moderata astrazione ciclistica. Ma piuttosto carini. Linee essenziali ed un mix di influenze che l'occhio esperto coglie. Tipo mescolare pedali flat e single speed, o un mezzo da ciclocross che in realtà si presta bene anche al turismo alternativo (cioè al alternativo che fa il turista, volevo dire). Insomma a me piacciono molto. Niente di innovativo o come si direbbe efficacemente in inglese, nothing mind-blowing. Un prodotto di solida fighezza urbana che certo non vi farebbe sfigurare alla prossima sei ore di Cremona (o Poggibonsi, o Ravascletto). Capito come.