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Mi affretto a bere l'ultimo sorso del caffè prima che si freddi. Una fievole e rugginosa voce sussurra strofe su un giro di chitarra acustica. L'amico a fianco estrae dallo zaino l'armonica a bocca e dà inizio ad una jam session che si diffonde nell'aria tersa dei 2.457 m del Rifugio Bolzano.
Questo l'epilogo di una giornata iniziata circa 9 ore prima, quando di buon ora tre ragazzi nuotano nei laghetti di Fiè allo Sciliar immersi in un acqua così limpida e immobile da sembrare irreale.
Nel mezzo tante ore di pedalata.
Ma la vera gioia è stata nel cogliere come le persone incontrate abbiano a loro modo celebrato la strabiliante bellezza delle dolomiti, fondendosi nell'atmosfera e contribuendo attraverso le loro attitudini nel rendere tutto ancor più magico.
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foto orme.tv e Luca Federzoni
Inghiottito. Pervaso. Dilatato.
Non ho attraversato la toscana. È la terra toscana che ha attraversato me.
Gli odori, i silenzi, le sue occhiate, la gente incontrata.
Un privilegio animato dal roteare delle mie gambe sui pedali per sei giorni che non hanno avuto tempo. Questo è stato il mio Tuscany Trail. Un’avventura che come poche altre ha saputo scavare nelle radici della bicicletta fuoristrada per proporre qualcosa che ha il gusto del genuino: un uomo, la sua bicicletta e un lungo viaggio da intraprendere. Nessuna regola. Nessun premio. Perchè la vera ricchezza è averlo pedalato dal primo all’ultimo chilometro.
Un particolare ringraziamento va ad Andrea per il grande insegnamento che mi ha trasmesso facendo ogni sera il trattamento di Dialisi durante il Tuscany Trail.
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more info:bikepacking.it
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