mercoledì 5 gennaio 2011

Sudore e contemplazione

Sudore e contemplazione. Sono due modi differenti di venerare la bicicletta. Entrambi a mio parere degni di rispetto. La riflessione nasce dal commento di ieri di un lettore (grazie "Barella") che sostiene che orme rischia sempre più di essere salotto sulla bicicletta piuttosto che diario di bordo di gente che pedala sul serio. C'è chi si fa inghiottire dalla passione per la bicicletta macinando migliaia di chilometri, chi invece ama la bicicletta a tal punto da farne un oggetto da salotto, un'opera sulla quale disquisire e sulla quale far cultura. Già, perchè la bicicletta oggi è considerata quasi solo come attrezzo da allenamento o di svago, ma in passato è stato anche un oggetto che ha contribuito a scrivere pagine di storia e non solo sportiva. E' comunque uno strumento di espressione, sia artigianale che artistica, e non scordiamoci che come qualsiasi oggetto diventa spesso anche accessorio di mode e tendenze. E non per ultimo di questi tempi diventa portavoce autorevole di un nuovo tipo di mobilità più responsabile ed ecologica.
Credo quindi fermamente che la bicicletta possa anche essere altro, oltre che un oggetto da pedalare. Gli amici di Orco Cicli amano la bicicletta e credo posso affermare che facciano cultura sulla bicicletta anche se pedalano meno di Ausilia e Sebastiano che fra un mese partiranno per l'Alaska e la loro Iditarod in bicicletta.
Spesso, e non me ne vogliano i grandi pedalatori, chi è un vero atleta della bicicletta dimentica o snobba il suo valore culturale, la sua storia o l'importanza di un artigiano che oggi costruisce biciclette a mano e fa di questo ragione della sua vita. D'altro canto chi nutre una passione culturale e teorica sulla bicicletta manca di quelle impagabili sensazioni che si provano quando completamente esausti e fradici si arriva in sella in vetta ad una montagna.
Non esiste un modo perfetto per amare la bicicletta. Non si ama la bicicletta soltanto se la si pedala. Non esiste la strada perfetta da percorrere in bicicletta. Non esiste un'unica lingua per parlare di bicicletta.  Ma esistono innumerevoli forme di espressione attraverso la bicicletta. Che sia esso sudore, impresa epica, pittura, parola scritta, tubazioni, saldature e chissà cos'altro. Orme ha forse il pretenzioso e irraggiungibile desiderio di percorrere tutte queste forme che celebrano la bicicletta. O per lo meno ci prova.

4 commenti:

  1. Bicicletta = 2 Triagoli + 2 Cerchi. Come la legge di gravitazione universale. Di tutto si può disquisire, ma senza dimenticarci del potente unificatore, il Ciclista, che anima con il suo estro la geometria, come fosse un pittore, uno scultore, un musicista o un poeta.

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  2. Condivido il tuo ragionamento, come tutte le cose la via giusta sta nel mezzo.

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  3. Io non credo che si possa parlare di "via giusta" ma di "punti di vista". Non è una questione di equilibrio ma di passione o meglio di emozione. Se una persona sente che la sua felicità la trova dopo aver pedalato 300 km senza sosta oppure annusando il profumo acre di una saldatura, bhè, chi siamo noi per dire che il Giusto sarebbe nel mezzo?, una sniffata e qualche km in meno?
    A mio modesto parere, il giusto, è sentirsi bene, star bene con se stessi.
    Ciò che veramente conta è sapere che non c'è un solo ed unico modo di amare la Bicicletta, ma ce ne sono tanti. Tutto rispettabili e lodevoli in ugual misura.

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  4. Bravo Nure, il Giusto sta proprio nel Mezzo: la Bicicletta.

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